Euro-Med: l’attacco di Israele ad Amnesty è “parte di una politica intimidatoria”

Ginevra-PIC. L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor ha accusato il ministero degli Esteri israeliano di aver lanciato una campagna di incitamento contro Amnesty International dopo che quest’ultima, martedì, ha pubblicato un rapporto concludendo che le leggi, le politiche e le pratiche discriminatorie ed escludenti di Israele contro i Palestinesi equivalgono all’apartheid.

“Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid ha rilasciato dichiarazioni diffamatorie contro Amnesty nell’ambito di un approccio israeliano volto a intimidire e mettere in discussione la credibilità dei difensori dei diritti umani, siano essi individui o istituzioni, ha affermato Euro-Med Monitor in un comunicato stampa.

“Invece di rivedere le sue politiche discriminatorie e le gravi violazioni dei diritti umani, Israele ha scelto di attaccare l’organizzazione e descrivere il rapporto come ‘echi delle stesse bugie condivise dalle organizzazioni terroristiche'”.

“Il ministero degli Esteri israeliano ha affermato che i risultati di Amnesty International sono “falsi, di parte e antisemiti”, mentre il ministro Lapid ha inoltre osservato che: “Amnesty una volta era un’organizzazione stimata che noi tutti rispettavamo. Oggi è l’esatto contrario”.

“La demonizzazione di Amnesty si inserisce nel contesto della campagna di delegittimazione sistematica di Israele contro i difensori dei diritti umani per condannarli per terrorismo, mettere in discussione la loro integrità e intimidirli con istigazione, persecuzione, arresto e assassinio “, si legge nel comunicato stampa.

“La conclusione di Amnesty secondo cui Israele è uno stato di apartheid è coerente con le conclusioni di molte organizzazioni per i diritti umani, tra cui Euro-Med Monitor con sede a Ginevra, Human Rights Watch con sede a New York e B’Tselem con sede in Israele”, ha sottolineato Euro- Med.

“Il rapporto è anche in linea con una relazione preparata dal Presidente del Consiglio amministrativo di Euro-Med Monitor, Prof. Richard Falk, e dall’esperta americana, Virginia Tilley, nel marzo 2017. La relazione è stata preparata su richiesta delle Nazioni Unite, Commissione economica e sociale per l’Asia occidentale (ESCWA). Tuttavia, sotto pressione politica, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha incaricato il segretario esecutivo dell’ESCWA, Rima Khalaf, di ritirare il rapporto dal sito web. Khalaf in risposta ha presentato le sue dimissioni il 17 marzo e il rapporto è stato successivamente ritirato dal sito web”, ha aggiunto.

“Il rapporto di Amnesty arriva il giorno dopo che Euro-Med Monitor ha pubblicato un rapporto sulla violenza dei coloni nel 2021. Il rapporto di Euro-Med Monitor ha concluso che la violenza dei coloni è diretta e sponsorizzata dal governo israeliano, che fornisce protezione ai coloni durante e dopo i loro attacchi ai palestinesi . La violenza dei coloni appoggiati dallo stato è un’altra chiara prova del doppio standard che riflette discriminazione e apartheid praticati da Israele nei Territori Palestinesi Occupati”, ha sottolineato Euro-Med.

Euro-Med Monitor ha espresso la sua solidarietà ad Amnesty e ha invitato “le autorità israeliane a smettere di intimidire i difensori dei diritti umani e ad adottare misure immediate per proteggerli e consentire loro di lavorare facilmente e senza sanzioni”.

Euro-Med ha esortato la comunità internazionale a “prendere misure urgenti per assicurare la protezione dei civili palestinesi dalle violazioni delle autorità israeliane e dalle politiche di apartheid”.

Il rapporto di Amnesty  “L’apartheid israeliano contro i Palestinesi: sistema crudele di dominio e crimine contro l’umanità”, conclude che Israele mantiene un regime di apartheid tra il fiume Giordano e il mar Mediterraneo, basato sulla sua continua occupazione delle terre palestinesi e sulle sue pratiche discriminatorie contro i Palestinesi.

Il rapporto documenta le violazioni israeliane che includono l’appropriazione di terre e proprietà palestinesi su larga scala, uccisioni illegali, trasferimenti forzati, severe restrizioni alla circolazione e la negazione del diritto di cittadinanza ai Palestinesi.

Tali violazioni israeliane costituiscono le componenti di un regime razzista e discriminatorio che equivale a un crimine contro l’umanità secondo il diritto internazionale, secondo il rapporto.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli