Euro-Med Monitor. L’Euro-Med Human Rights Monitor ha condannato fermamente la decisione di Israele di rifiutare la cooperazione con la Corte penale internazionale a seguito dell’annuncio di quest’ultima, a marzo, sull’apertura di un’indagine su possibili crimini di guerra nei Territori palestinesi occupati dal 1967.
In un comunicato stampa, Euro-Med Monitor ha affermato di “ritenere che la decisione israeliana derivi dalla consapevolezza che l’esercito israeliano ha commesso violazioni che possono equivalere a crimini di guerra e crimini contro l’umanità, il che spiega i loro tentativi di non cooperare con le indagini internazionali ed evitare la responsabilità”.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato giovedì di ritenere che la Corte penale internazionale non abbia l’autorità per avviare un’indagine contro Israele. Pertanto, il suo governo ha deciso di non cooperare con la CPI.
Netanyahu ha guidato una sessione di consultazioni per formulare la posizione finale di Israele su questo tema, con i capi dei dipartimenti politico, di sicurezza e giudiziario. I ministri e gli alti funzionari hanno deciso di fornire alla CPI una risposta quanto più breve possibile. La decisione israeliana è stata approvata dal ministro della Difesa Benny Gantz, dal ministro degli Esteri Gabi Ashkenazi e dal primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il 3 marzo 2021 il procuratore della Corte penale internazionale aveva emesso una decisione per avviare un’indagine ufficiale sui presunti crimini nei Territori palestinesi occupati dal 13 giugno 2014, secondo la quale Israele è sospettato di aver commesso crimini di guerra.
Euro-Med Monitor ha invitato la Corte penale internazionale ad avviare indagini e a non cedere a pressioni politiche o consentire alle parti coinvolte di sottrarsi alla responsabilità. Euro-Med Monitor ha anche evidenziato la necessità di trovare meccanismi per ottenere giustizia per le vittime di violazioni e ritenere gli autori responsabili.
Euro-Med Monitor ha esortato l’Unione Europea a sostenere le indagini della Corte penale internazionale e a garantire la protezione di avvocati, testimoni, attivisti della società civile coinvolti nell’indagine e di coloro che raccolgono informazioni pertinenti.