Euro-Med Monitor: nuovi documenti d’inchiesta sulle detenzioni amministrative perpetrate dall’Autorità Nazionale Palestinese e da Hamas per reprimere la libertà di espressione

12745696_1136595863017383_3061856537262552712_nGinevra-Euromedmonitor. I servizi di sicurezza palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sono i responsabili di 2.578 detenzioni amministrative e citazioni di comparizione nel 2015, come documentato dall’Euro-Mediterranean Monitor for Human Rights in una nuova inchiesta, che include anche 228 casi di tortura.

“Molte persone sono riluttanti a parlare di violazioni dei diritti umani attuate dalle forze di sicurezza palestinesi perché questo aumenterebbe le divisioni tra le due maggiori fazioni, Hamas e Fatah”, dice Sandra Owen, consulente politica all’Euro-Med Monitor.

“In ogni caso queste violazioni danno un significativo contributo alla frattura. I palestinesi vengono così duramente repressi da trasformarsi essi stessi in oppressori, non importa chi lo sia alla fine”.

L’inchiesta di Euro-Med “Soffocati due volte: le pratiche oppressive dei servizi di sicurezza palestinesi”, documenta 1.274 detenzioni arbitrarie in Cisgiordania nel 2015 e 1.089 citazioni a comparire, presso la polizia o la sicurezza interna. Molti di questi provvedimenti dell’Autorità nazionale palestinese colpiscono individui affiliati a Hamas o chi si oppone alle politiche dell’ANP. Tra gli arrestati figurano 35 giornalisti e attivisti per i diritti umani, 476 studenti universitari e 67 professori e insegnanti.

Le violazioni più gravi perpetrate dai servizi di sicurezza palestinesi in Cisgiordania, secondo l’inchiesta di Euro-Med, sono il rifiuto di pronunciare una sentenza ordinando il rilascio o l’assoluzione del detenuto. In alcuni casi le forze di sicurezza riconducono il detenuto in carcere per parecchi giorni, se non mesi, dopo una sentenza. Il 27% degli arresti in Cisgiordania dura per un mese o più.

L’inchiesta prosegue sostenendo che, in carcere, a 179 persone non è permesso prendere visione del mandato d’arresto e/o di confisca dei propri beni, e che queste vengono persino punite con percosse e con l’isolamento. Bollettini medici confermano le pratiche sistematiche di tortura nelle prigioni dell’ANP in Cisgiordania.

A Gaza 117 detenzioni arbitrarie e 98 citazioni a comparire sono state attribuite lo scorso anno a Hamas, che governa la Striscia. Come la sua controparte, l’Autorità Nazionale Palestinese, le forze di sicurezza colpiscono per primi gli oppositori politici. Tra i detenuti 23 sono giornalisti e attivisti per i diritti umani, 24 gli studenti universitari e 5 i professori. 39 casi di tortura sono stati documentati, inclusi abusi fisici e verbali, spesso dopo che già le forze israeliane avevano infierito sui reclusi.

Una pratica sempre più di frequente utilizzata è il giro di vite attraverso i post sui social media, Facebook in primis. In Cisgiordania 37 arresti e 24 citazioni a comparire sono stati pronunciati dopo la presa visione di post su Facebook, commenti e persino “likes”, percepiti come critici nei confronti dell’ANP, in particolar modo per quanto riguarda la sua relazione e il suo assenso a Israele. A Gaza 11 arresti e 13 citazioni di comparizione si basavano proprio sui post e sulla condotta sui social media. A volte alle persone viene richiesto di firmare una promessa a non parlare di o a non criticare Hamas nei loro posts o commenti, e vengono minacciate se non dovessero rispettare tale “impegno”.

Il numero di violazioni di diritti umani commessi dall’Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania è maggiore rispetto a quello di cui è colpevole Hamas”, spiega Owens. “In ogni caso entrambi sono colpevoli di censura e oppressione”.

Nella sua inchiesta Euro-Med si appella sia all’ANP che a Hamas affinché giungano ad una risoluzione chiara e vincolante che tuteli la libertà di espressione e proibiscano ogni forma di detenzione abusiva.

Traduzione di Marta Bettenzoli