Ieri, il ministero della Sanità della Striscia di Gaza ha reso noto che i maggiori ospedali gazesi sono in procinto di fermare le attività se non verrà erogata la corrente elettrica che ne permette il funzionamento. La chiusura dei valichi tra Israele e la Striscia impedisce i rifornimenti di carburante destinato, anche, alle centrali elettriche.
In un comunicato stampa, il ministero ha confermato che gli ospedali Ash-Shifa e Europeo di Gaza sono in crisi per mancanza di corrente elettrica, e i generatori di sostegno sono bloccati perché Israele non permette l’arrivo dei pezzi di ricambio. La situazione è degenerata dopo il blocco totale dell’unica centrale elettrica di Gaza, che alimenta il 60% della Striscia.
“Da due mesi – sottolinea il comunicato -, la Croce Rossa sta chiedendo all’occupazione israeliana di far entrare i pezzi di ricambio e il combustibile indispensabili per il funzionamento della centrale elettrica”.
Il ministero ha lanciato l’allarme: “Decine di esseri umani – malati nei reparti intensivi, in dialisi, attaccati ai respiratori, bambini nelle incubatrici – sono a rischio di morte”.
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