EuroPal Forum e la decostruzione della narrativa israeliana sulla Palestina

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Como-InfoPal. In occasione del seminario “Basics of Advocacy and Lobbying” svoltosi a  Lomazzo (Como) dal 7 al 9 agosto, la nostra redazione ha incontrato gli organizzatori dell’EuroPal Forum, un’organizzazione con base a Londra che lavora per sostenere la causa palestinese in Europa, per diffondere una corretta informazione e comunicazione e per promuovere i diritti palestinesi.

“Il nostro network vuole educare le persone al discorso sulla Palestina, fornire gli strumenti e le competenze per padroneggiare la narrativa palestinese contrastando la ben organizzata e diffusa propaganda israeliana”, ci ha spiegato Khaled Waleed, un anglo-palestinese specializzato in marketing.

Fare lobby per la Palestina

“Abbiamo deciso di lavorare in tal senso perché finora non c’era nulla di questo tipo. Dopo i bombardamenti su Gaza di questi ultimi anni e i morti in Cisgiordania, abbiamo capito che c’era bisogno di dare alla gente la giusta informazione e le risposte corrette sulla realtà in Palestina, orientare i politici europei, incontrare i giornalisti e gli attivisti”, ci ha spiegato Waleed. Insomma, fare lobby.

“Abbiamo iniziato le attività un anno fa, ma ci sarà bisogno di molto tempo: è un lavoro lungo, capillare, di rete. E’ necessario organizzare un network che collabori con molte realtà e organizzazioni, e non solo con il mondo dell’attivismo di ‘sinistra’, com’è consuetudine di molte associazioni. La questione palestinese non è retaggio solo delle sinistre europee, ma di tutti. Abbiamo bisogno di politici, giornalisti, attivisti di tutti gli schieramenti partitici europei. In particolare, vogliamo migliorare il nostro lavoro con i parlamentari europei”.

“EuroPal Forum è un’impresa privata no profit – ci spiega il presidente e fondatore, Zaher Birawi -. Crediamo che il lavoro di lobbying in ambito politico sia molto importante per coinvolgere e sensibilizzare i cittadini europei – arabi compresi. Crediamo nella democrazia e nello strumento delle elezioni, e che l’Europa debba imparare ad apprendere le notizie sulla Palestina da noi e non dalla propaganda israeliana”.

“Purtroppo, al momento i nostri giovani palestinesi non sono bene formati in tal senso – ha sottolineato Birawi -. Non sono preparati ad affrontare la narrativa sulla Palestina, per questa ragione stiamo focalizzando le nostre energie nella loro formazione. Loro sono entusiasti, ma non hanno ancora la capacità adatta a comunicare, ecco, dunque, il motivo di questi corsi, in Italia e in altre parti dell’Europa, come in Inghilterra, Francia, Germania e nei Paesi scandinavi”.

De-costruire la narrativa israeliana sulla Palestina

“La lobby israeliana sta lavorando duro per ottenere dall’Europa il sostegno alla loro narrativa – ha aggiunto Birawi -, nonostante siano razzisti, potenza occupante, ladri di terre altrui, quindi totalmente contro quei valori democratici e civili occidentali. Tuttavia, sembra che l’Europa non faccia caso a questo paradosso, a questa contraddizione, e continua ad appoggiare le politiche israeliane in Palestina. Da qui, l’esigenza di contrastare la narrativa israeliana. Il nostro lavoro è contro l’occupazione, non contro la religione ebraica. Vogliamo cambiare le prospettive di comunicazione e di informazione, la forma mentis europea sulla questione palestinese e de-costruire la narrativa che vede gli Israeliani come vittime e i Palestinesi come aggressori o terroristi, perché non corrisponde alla realtà dei fatti“.

(Nella foto: Zaher Birawi e Khaled Waleed durante il corso formativo a Lomazzo)