Europei per Gerusalemme: fermare i crimini israeliani di pulizia etnica

Europei per al-Quds/Gerusalemme. Comunicato stampa. La demolizione delle case è una pulizia etnica: serve un intervento urgente per fermare i crimini dell’occupazione a Gerusalemme

La Fondazione Europei per Gerusalemme condanna fermamente la distruzione, da parte delle forze di occupazione israeliane, di due case della famiglia Salihiya, nel quartiere Sheikh Jarrah, nella Gerusalemme occupata, in un’operazione che equivale a un crimine di pulizia etnica.

Secondo gli aggiornamenti della Fondazione, un grande spiegamento dell’esercito di occupazione e dei suoi servizi segreti, all’alba di mercoledì 19/1/2022 ha preso d’assalto la zona, ha imposto un cordone militare e ha fatto irruzione con la forza nella casa di Mahmoud Salihiya e nella casa di sua madre e sua sorella, residenza di 13 persone, nel quartiere di Sheihh Jarrah, nella Gerusalemme occupata. Ha arrestato circa 26 tra i residenti delle due case e i cittadini solidali con loro, dopo averli picchiati duramente, costringendoli ad uscire all’aperto, al freddo gelido.

Le forze di occupazione hanno circondato le case della famiglia Salihiya, nel quartiere di Sheikh Jarrah, alle 3:00 del mattino, hanno picchiato i giovani solidali con la famiglia e ne hanno arrestati 26.

I bulldozer dell’occupazione hanno demolito le due case, lasciando due famiglie – con un totale di 13 persone -, senza tetto, due giorni dopo aver distrutto 6 delle loro strutture.

Va rilevato che le autorità di occupazione israeliane hanno emesso un ordine a metà dicembre per sfrattare, entro il 25 gennaio, la famiglia Salihiya da un terreno con un’area di 6 dunum (1 dunum+1000 mq), comprese due case e diverse strutture; tuttavia, l’esecuzione della demolizione è arrivata in anticipo con una decisione del tribunale.

Lunedì scorso, le forze di occupazione hanno preso d’assalto l’area e hanno cercato di dislocare con la forza i residenti delle due case, che tuttavia hanno organizzato un sit-in sui tetti delle due case e hanno minacciato di darsi fuoco e di incendiare i due edifici se le forze di occupazione li avessero evacuati. Le forze di occupazione sono state dunque costrette a ritirarsi dopo aver distrutto 6 strutture di proprietà della famiglia.

Quello che è successo equivale a un vero e proprio crimine di pulizia etnica, e rientra in una politica israeliana basata su razzismo e discriminazione, poiché le forze di occupazione espropriano i palestinesi delle loro proprietà, e li dislocano, per costruire scuole e istituzioni per i coloni, in una delle peggiori forme di apartheid nell’era moderna.

Ciò che sta accadendo fa parte di un grande schema volto ad annientare interi quartieri palestinesi a Sheikh Jarrah, nella Gerusalemme occupata, e in altri quartieri, nell’ambito di progetti di insediamento coloniale volti a cambiare l’identità della città occupata e il suo carattere geografico e demografico.

Europei per Gerusalemme avverte che decine di famiglie sono in attesa di un destino simile: esse sono impegnate da anni in una lotta con i tribunali di occupazione che mancano degli standard internazionali di giustizia, nel silenzio della comunità internazionale – silenzio che equivale a complicità.

Gli Europei per Gerusalemme condannano questo crimine e ne ritengono l’occupazione israeliana pienamente responsabile anche per le sue ripercussioni; invitano la comunità internazionale ad agire con urgenza per fermare il crimine delle demolizioni e la pulizia etnica che ha colpito centinaia di case a Gerusalemme.

Chiedono alla Corte penale internazionale l’apertura di un’indagine sul crimine di demolizione, che equivale a un crimine contro l’umanità, ed esortano tutte le persone libere del mondo a muoversi in tutte le direzioni per sostenere la determinazione dei gerosolimitani e contrastare i piani dell’occupazione volti a dislocarli e ad impossessarsi delle loro case e delle loro terre in una delle peggiori forme di pulizia etnica dei tempi moderni.

Europei per Gerusalemme, 19/1/2022