Cisgiordania occupata – InfoPal. Dodici cittadini palestinesi sono stati arrestati questa mattina dalle forze d’occupazione israeliane in Cisgiordania.
Tra le ultime operazioni anche Majdi al-‘Ajouli, ex detenuto palestinese liberato con l’accordo di scambio, è stato arrestato nuovamente da Israele la notte scorsa. E’ accaduto a Qaffin (Tulkarem), il villaggio dove risiede l’ex prigioniero.
Insieme all’ex detenuto, i militari israeliani hanno catturato e condotto verso una località ignota anche la moglie e la figlia di 23 anni.
L’operazione è stata eseguita con l’irruzione in casa di al-‘Ajouli, e “nessuno dei suoi familiari ha potuto mettersi in contatto con loro per capire cosa stessa accadendo in quelle ore”, ha raccontato il fratello.
Al-‘Ajouli era stato arrestato nel 1989 per affiliazione ad Hamas e, condannato all’ergastolo, aveva trascorso 22 anni nelle prigioni dell’occupazione israeliana.
Con lui diventano oltre dieci gli ex detenuti palestinesi liberati nell’ambito dell’accordo di scambio, e di nuovo arrestati da Israele.
Sul versante palestinese: due studenti di Nablus sono stati arrestati invece, dalle forze di sicurezza dell’Autorità palestinese (Anp).
Ed è altrettanto grave l’arresto condotto dalla Sicurezza preventiva (Pss) ai danni di un altro ex detenuto palestinese, Shadi Zaiyed, 30enne di Qalqiliya.
Zaiyed ha trascorso 10 anni in una prigione dell’occupazione israeliana ed era stato condannato a 24 anni di carcere.
Era stato liberato nella prima fase dei rilasci, ad ottobre scorso.
Da martedì ad oggi, quando è sopraggiunto il suo arresto, il ragazzo era stato convocato più volte dalla sicurezza di Ramallah.
Immediata la condanna di Hamas “per il protrarsi degli arresti a sfondo politico mentre su un altro livello si tenta di implementare la riconciliazione nazionale”.
Realtà per i Diritti Umani si appellano alla comunità internazionale, al Parlamento d’Europa, al Consiglio internazionale per i Diritti Umani e ai vari organi di competenza per tutelare i detenuti palestinesi, e per impedire che coloro che sono stati rilasciati, vengano riarrestati.
“Anche di simili atti vendicativi Israele dovrà rispondere davanti a un tribunale penale internazionale per crimini di guerra”, affermano questi gruppi.