Al-Khalil (Hebron) – QudsPress/InfoPal. Di Yousef Faqih
‘Abdel Qader Maslama, ex detenuto palestinese di 46 anni, ha trascorso 18 mesi in detenzione amministrativa (senz’accusa e prorogabile ad oltranza, ndr) all’interno della clinica del carcere israeliano di Ramle.
‘Abdel Qader viveva, come vive ancora oggi, su una sedia a rotelle.
Dalla sua casa di Bei ‘Awa (al-Khalil/Hebron), l’ex detenuto racconta lo strazio dei tre giorni che hanno preceduto l’accordo tra Israele e prigionieri in sciopero della fame.
Maslama ricorda lo strazio dei sei detenuti amministrativi che hanno sopportato uno sciopero della fame ben più lungo del loro, la sofferenza di tutti i detenuti nell’apprendere la notizia del coma di Tha’er Halahla. I prigionieri si scagliarono sulle porte delle stanze urlando per il dolore della notizia.
Il 22 ottobre 2010, era notte, i soldati d’occupazione israeliana invasero la sua abitazione, “sei ricercato”, gli dissero i militari che lo trasportarono su una barella a bordo di un’ambulanza fino al carcere di Etzion. Lì lo lasciarono all’esterno della struttura per 8 ore, non sentiva pià mani e piedi.
A causa delle sue condizioni di salute, i familiari furono sottoposti a forte stress, erano molto preoccupati. Quando decise di aderire allo sciopero, fecero di tutto perché le autorità carcerarie israeliane permettessero che almeno un detenuto gli restasse a fianco, e così fu per alcuni giorni.
“Siamo stati indotti a scioperare, non avevamo altra opzione al di fuori dello sciopero per chiedere e ottenere la nostra liberazione”.
Sono 14 i detenuti palestinesi nella clinica di Ramle in grave stato di salute e vittime di negligenza medica deliberata da parte israeliana.
Un appello per salvare dalla “morte lenta” i prigionieri malati e sofferenti è stato rivolto dall’ex detenuto all’Autorità (Anp) e alle fazioni palestinesi.