Facebook accusato di pregiudizio anti-palestinese da gruppo per i diritti digitali

Palestina – MEMO. Mercoledì, un gruppo per i diritti digitali e diverse agenzie di stampa palestinesi hanno inviato a Facebook una denuncia formale “contro la censura arbitraria dei contenuti pubblicati sulla piattaforma da giornalisti e commentatori palestinesi”.

La denuncia, inviata anche al Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà d’opinione e d’espressione, richiede una revisione urgente ed una spiegazione sulle decisioni prese da Facebook di sospendere account e post affiliati ad agenzie di stampa e giornalisti palestinesi.

Il gruppo per i diritti digitali Sada Social monitora la sospensione dei contenuti e degli account palestinesi su Facebook e altre piattaforme di social media dal 2017. Quest’anno il gruppo ha documentato centinaia di casi di censura inappropriata dei contenuti palestinesi sui social media. Stanno attualmente indagando 159 account Facebook legati ai palestinesi, che sembrano essere stati censurati senza una buona ragione.

Le denunce a Facebook sono state presentate da Sada Social, al-Hadath Newspaper, PalToday News Agency, Metras, Mumen Jameel Muhammed Meqdad e Ultra Palestine. Le loro denunce affermano che Facebook ha violato il diritto fondamentale alla libertà d’espressione e la stessa politica aziendale sui diritti umani di Facebook.

Tayab Ali, partner dello studio legale londinese Bindmans LLP, che rappresenta il gruppo, ha dichiarato: “Secondo la politica di Facebook, i nostri clienti sono definiti ‘difensori dei diritti umani’ perché sollevano preoccupazioni sui diritti umani riguardo al trattamento dei palestinesi e all’occupazione israeliana di lunga data della Palestina. È chiaro perché le autorità israeliane vogliono interferire con il lavoro dei nostri clienti nel portare le violazioni dei diritti umani all’attenzione del mondo”.

“Facebook non può permettersi di essere utilizzato per mettere a tacere le voci di giornalisti e commentatori che sollevano preoccupazioni sui diritti umani, in particolare durante gli attuali attacchi militari discutibili contro i civili palestinesi”.

La denuncia chiede a Facebook di rivedere il suo processo decisionale e spiegare perché gli account sono stati chiusi, sospesi ed i post sono stati rimossi e se nel farlo è stato utilizzato un algoritmo o la discrezione umana.