Facebook querela “una società israeliana” per aver violato gli account di Whatsapp

Quds Press. L’azienda americana Facebook ha annunciato di aver presentato una querela nei confronti di “una società israeliana” specializzata in monitoraggio elettronico, in seguito alle violazioni da questa perpetrate, nel periodo tra aprile e maggio 2019, ai danni degli account-utente dell’applicazione di messaggistica istantanea Whatsapp.

Nella giornata di mercoledì (30/10) la testata americana Washington Post ha pubblicato una copia della querela formulata dal gigante dei social network e depositata presso la corte distrettuale di San Francisco: si tratta di un documento di 15 pagine in cui si specifica che gli attacchi dell’azienda NSO Group hanno riguardato i profili di oltre cento persone, tra le quali attivisti per i diritti umani, responsabili governativi, giornalisti, diplomatici e avversari politici.

Il presidente di Whatsapp, Will Cathcart, ha affermato che la NSO Group ha approfittato di una breccia nel sistema di sicurezza dell’applicazione di messaggistica al fine di installare, nei cellulari bersagliati, un programma nocivo che permetteva di spiare le attività dei proprietari.

A margine della sua pubblicazione, il Washington Post ha sottolineato come la querela “debba rappresentare un monito per aziende tecnologiche, governi e semplici utenti di internet”, aggiungendo che “l’uso sconsiderato di strumenti atti al monitoraggio della vita privata, che sta portando ad una proliferazione di queste tecnologie presso aziende e istituzioni governative irresponsabili, espone tutti noi a gravi rischi”.

La testata americana ha inoltre sottolineato come “l’azienda informatica con sede a Tel Aviv abbia mostrato l’applicazione di metodologie “estremamente sofisticate” nel condurre le proprie violazioni. Tuttavia, i tentativi volti a coprire le tracce delle proprie attività sono risultati fallaci, agevolando il lavoro degli investigatori”.

Il Washington Post ha specificato che “l’indebolimento delle misure di sicurezza espone ad enormi rischi tanto la stampa indipendente quanto la società civile, vale a dire i veri pilastri della democrazia. Tutti noi desideriamo che le nostre informazioni personali e le nostre conversazioni private vengano tutelate, per cui continueremo a denunciare quei governi che contribuiscono ad indebolire i sistemi di crittografia”.

La querela presentata contro la NSO Group afferma che quest’ultima si è servita di Whatsapp per violare numerosi cellulari cui potevano essere riferite attività di critica e condanna internazionali svolte nell’ambito di specifiche comunità online. L’azienda di Tel Aviv, inoltre, si è impegnata ad indagare in materia solo dopo l’emersione del caso, nel maggio scorso.

Traduzione per InfoPal di Giuliano Stefanoni