Famiglia Abu Aqleh “incoraggiata” dalla decisione degli USA di aprire un’indagine sull’omicidio della giornalista

Ramallah – WAFA. La famiglia della giornalista palestinese-statunitense Shireen Abu Aqleh ha dichiarato di sentirsi “incoraggiata dalla notizia” della decisione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di aprire un’indagine sull’uccisione della giornalista veterana assassinata da Israele.

Lina Abu Aqleh, nipote della giornalista, ha postato su Twitter una dichiarazione ufficiale a nome della famiglia Abu Aqleh, esprimendo la speranza che gli Stati Uniti “utilizzino tutti gli strumenti investigativi a loro disposizione per ottenere risposte sull’uccisione di Shireen e per perseguire i colpevoli di questa atrocità”.

La famiglia Abu Aqleh lotta alla ricerca di giustizia per la giornalista di Al-Jazeera sin dalla sua uccisione, avvenuta a maggio, per mano delle forze israeliane.

L’amministrazione statunitense ha informato le autorità israeliane che l’FBI aprirà un’indagine propria sull’uccisione della giornalista di Al-Jazeera.

In risposta alla decisione degli Stati Uniti, il ministro della Difesa israeliano Benny Gants ha twittato che “la decisione presa dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di condurre un’indagine sulla tragica scomparsa di Shireen Abu Aqleh è un errore”.

Il ministero degli Esteri e degli espatriati palestinese ha affermato che questa decisione, sebbene tardiva, riflette la certezza della parte statunitense per l’assenza di indagini israeliane serie, denunciandole così come semplici tentativi di coprire criminali e assassini.

Ha riaffermato la disponibilità della parte palestinese a cooperare pienamente con qualsiasi indagine internazionale o statunitense aperta sull’uccisione di Abu Aqleh e dell’altre vittime di esecuzioni extragiudiziali.

Shireen Abu Aqleh, 51 anni, un importante giornalista palestinese-statunitense che ha seguito il conflitto israelo-palestinese per oltre 25 anni, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco all’inizio di maggio, durante un’incursione militare israeliana nella città occupata di Jenin, in Cisgiordania.