Gerusalemme occupata/al-Quds – PIC. La famiglia del prigioniero gerosolimitano Ahmed Manasra, 21 anni, ha lanciato un appello ai gruppi internazionali per i diritti umani affinché intervengano per salvare il ragazzo dall’isolamento e lavorino per il suo rilascio, prima che la sua salute psicologica peggiori ulteriormente.
Nelle dichiarazioni alla stampa di giovedì, la madre, Maysoun, ha affermato che le condizioni di salute mentale di Ahmed sono peggiorate a causa della sua detenzione da troppo tempo in isolamento nella prigione di Ashkelon, aggiungendo che non gli è permesso di vedere o parlare con nessuno.
La madre ha chiesto di fare pressione sull’autorità d’occupazione israeliana per porre fine all’isolamento del figlio, esprimendo la speranza di riabbracciarlo.
Organismi internazionali, tra cui Unione Europea e l’ONU, hanno già chiesto l’immediato rilascio di Manasra, detenuto all’età di 14 anni.
Nel dicembre 2021, un medico esterno fu autorizzato per la prima volta dalla sua prigionia a visitare Manasra. Il medico, uno psichiatra di Medici senza frontiere (MSF), ha rilasciato un rapporto, che da allora è stato allegato al suo fascicolo, in cui si afferma che Manasra soffre di schizofrenia.
Avvocati e medici hanno anche affermato che Manasra è stato esposto ad “abusi, molteplici torture fisiche, psicologiche e sociali, inclusa la privazione dei legami familiari, delle visite e della comunicazione con i suoi genitori”.
Manasra è stato inizialmente condannato a 12 anni di carcere, che, in seguito, sono stati ridotti a nove anni, in quanto si trovava con suo cugino Hasan Manasra, che aveva accoltellato due ebrei vicino alla colonia illegale di Pisgat Ze’ev, nella Gerusalemme Est nel 2015.
Hasan, che all’epoca aveva 15 anni, fu ucciso a colpi d’arma da fuoco da un colono armato, mentre Ahmad subì fratture al cranio ed un’emorragia interna dopo essere stato duramente picchiato da una folla israeliana ed investito sulla scena da un veicolo israeliano.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.