Famiglia palestinese residente in una grotta sfrattata dalle autorità israeliane

Palestine Chronicle. Le autorità israeliane hanno minacciato di demolire la grotta in Cisgiordania nella quale una famiglia palestinese aveva cercato rifugio dopo il rifiuto del permesso di costruire una casa, secondo quanto riportato dall’agenzia AFP.

La casa di Ahmed Amarneh sarebbe il primo edificio dentro una grotta minacciato di distruzione dalle autorità israeliane.

Amarneh, ingegnere civile trentenne, vive con la sua famiglia nel villaggio di Farasin, nella Cisgiordania settentrionale, dove Israele insiste sul fatto che ogni nuova costruzione residenziale debba essere approvata e demolisce le case costruite senza autorizzazione.

“Ho tentato due volte di costruire [una casa] ma le autorità occupanti mi hanno detto che c’era il divieto di costruzione in quell’area”, ha riferito Amarneh all’AFP.

Gli accordi di pace di Oslo degli anni ’90 hanno concesso ai palestinesi autoregolamentazione in alcune zone della Cisgiordania.

Tuttavia, circa il 60 percento della Cisgiordania, denominato Area C, rimane sotto il totale controllo civile e militare israeliano. Farasin è ubicata in quest’area.

Le Nazioni Unite considerano l’area C un territorio occupato palestinese.

Ciononostante, Israele vi ha distribuito terreni per la costruzione di insediamenti illegali secondo il diritto internazionale.

Certo che non avrebbe mai ottenuto l’approvazione da parte di Israele per costruire una casa nel suo villaggio, Amarneh ha spostato la sua attenzione su una grotta ai piedi di una montagna che si affaccia su Farasin.

Amarneh ha affermato di aver appurato che, in quanto si tratta di una formazione antica e naturale, Israele non dovrebbe sostenere che la grotta e’ stata costruita illegalmente. Dal canto suo, l’Autorità Palestinese (ANP) ha approvato la registrazione del terreno a suo nome. L’uomo ha chiuso l’ingresso della grotta con un muro in pietra al centro del quale vi ha posto una porta di legno.

Amarneh ha dichiarato all’AFP di vivere lì da un anno e mezzo e di aver ricevuto una notifica di demolizione dalle autorità di occupazione israeliane a luglio, insieme ad altre 20 famiglie a Farasin.

La branca militare israeliana responsabile degli affari civili in Cisgiordania, la COGAT, ha riferito all’AFP che le notifiche di demolizione erano destinate ad alcune residenze di Farasin per quelle “strutture costruite illegalmente, senza i necessari permessi”.

Tali demolizioni hanno avuto inizio lunedì 10 agosto con la distruzione di una casa a Farasin e di una cisterna di acqua da parte delle truppe israeliane, ha affermato un fotografo.

Amarneh, la cui casa non è stata presa di mira, ha raccontato all’AFP di essere rimasto “sorpreso” nell’apprendere di aver costruito qualcosa illegalmente.

“Io non ho costruito la grotta. Esiste da tempi antichi”, ha sottolineato mentre teneva in braccio sua figlia. “Non capisco come possano impedirmi di vivere in una grotta. Gli animali vivono nelle grotte e nessuno lì scaccia via, dunque lasciate che mi trattino come un animale e mi facciano vivere in quella grotta”.

Traduzione per InfoPal di Giorgia Temerario