Famiglia palestinese trovata priva di sensi all’interno dell’abitazione dopo attacco con gas lacrimogeno

L003Imemc. Secondo le testimonianze una famiglia palestinese è stata lasciata priva di sensi dopo che presunti coloni israeliani hanno attaccato l’abitazione con gas lacrimogeno nella notte di lunedì.
Il portavoce della polizia israeliana Micky Rosenfeld ha confermato che graffiti e bombolette di gas sono state ritrovate nell’abitazione, in un villaggio vicino a Ramallah.
Rosenfeld ha annunciato che la polizia “sta portando avanti le indagini” per un caso di “incidente criminale con motivazioni nazionalistiche”.

L’agenzia di stampa palestinese Ma’an riporta le parole di tre testimoni oculari che hanno raccontato di come i vicini abbiano dovuto sfondare la porta dell’abitazione per salvare la famiglia, ritrovata priva di sensi dopo essere finita nel mirino di tre raffiche di gas.
I graffiti recano le scritte “vendetta” e “saluti dai prigionieri di Zion”, portando i media israeliani a collegare l’incidente a una recente controversa a proposito della detenzione di coloni israeliani sospettati di un incendio doloso che ha ucciso tre membri della famiglia palestinese Dawabsheh, incluso un neonato di 18 mesi.

Il loro avvocato ha spiegato, in questi giorni, che i suoi clienti sono stati torturati dall’agenzia di intelligence per gli affari interni dello Stato di Israele, lo Shin Bet, per estorcere loro una confessione.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto lo Shin Bet, dicendo che nessuna delle pratiche utilizzate nell’investigazione è contraria alla legge.

Lo Shin Bet ha richiesto più tempo per interrogare i sospettati, dopo che il ministro della Difesa Moshe Yaalon, la scorsa settimana, ha dichiarato che non sussistevano prove evidenti per perseguirli.

L’attacco di luglio nel villaggio di Duma, vicino alla città di Nablus, nella Cisgiordania occupata, ha acceso la scintilla tra i palestinesi, e il lungo ritardo della giustizia è stato visto come il fattore scatenante dietro la recente violenza che ha ucciso almeno 129 palestinesi e 22 tra israeliani e stranieri dal 1° di ottobre.

Nonostante l’interrogatorio in corso dei sospettati, le cui identità non sono state rivelate, la famiglia Dawabsheh ha dichiarato all’agenzia Anadolu, a novembre, di non aver alcuna fiducia nel sistema giudiziario israeliano.

Secondo l’associazione israeliana per i diritti umani Yesh Din ci sono stati più di 1000 attacchi “ideologicamente motivabili” contro i palestinesi in Cisgiordania dal 2005, con la polizia che nel 90% dei casi non incrimina i sospettati.

Traduzione di Marta Bettenzoli