Famiglie di Sheikh Jarrah, le ONG chiedono alla CPI di indagare sugli sfollamenti forzati

MEMO. I rappresentanti di 28 famiglie palestinesi del quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme hanno chiesto alla Corte penale internazionale (CPI) di includere il loro imminente spostamento forzato come parte dell’indagine sui crimini israeliani nei Territori occupati.

Le famiglie, che costituiscono circa 500 persone, inviano il loro appello in una lettera all’ufficio del Procuratore della CPI. La lettera è stata approvata da 191 gruppi.

Nella lettera, che è stata pubblicata sul sito web di Al-Haq, le famiglie e le ONG hanno invitato la CPI a includere lo sfollamento forzato nelle sue indagini su possibili crimini di guerra, crimini contro l’umanità, appropriazione di proprietà, persecuzione, apartheid e altri atti disumani che causano grandi sofferenze o gravi lesioni, tra l’altro, alla salute mentale derivanti dai loro sgomberi forzati.

La lettera afferma che, secondo una sentenza dei tribunali israeliani a favore di azioni legali di sfratto intraprese da un’organizzazione di coloni, 87 palestinesi nel quartiere sono a rischio imminente di sgombero forzato, comprese quattro famiglie, entro il 2 maggio, e altre tre famiglie entro il 1° agosto 2021.

Le famiglie di Sheikh Jarrah continuano a sopportare una lunga, estenuante e insostenibile battaglia legale dal 1972 per affrontare le cause di sfratto intentate contro di loro da un’organizzazione di coloni dinanzi ai tribunali israeliani, che applicano illegalmente leggi nazionali discriminatorie israeliane sul territorio occupato.

(Attivisti palestinesi, israeliani e stranieri sollevano striscioni e cartelli durante una manifestazione contro l’occupazione israeliana e l’attività di insediamento nei Territori palestinesi e Gerusalemme est, nel quartiere palestinese di Sheikh Jarrah a Gerusalemme, il 19 marzo 2021 [AHMAD GHARABLI/AFP]).