Fatah accusa Tel Aviv di aver fatto deragliare il processo di pace

Una riunione del comitato centrale di Fatah

Ramallah – InfoPal. Il comitato centrale del movimento di Fatah ha attribuito al governo israeliano l’intera responsabilità del deragliamento del processo di pace, ribadendo che la ripresa delle trattative richiede necessariamente che Tel Aviv accetti le questioni fondamentali note: la creazione di due stati secondo i confini del 1967, lo stop alle colonie e la liberazione di tutti i detenuti, e in particolare di quelli arrestati prima del 1994, degli anziani, dei malati, dei bambini, delle donne e dei leader politici.

Lo ha riferito Nabil Abu Rudaynah, portavoce del movimento di Fatah, al termine della riunione del comitato presieduta dal presedente Mahmud ‘Abbas e tenutasi ieri pomeriggio nella sede della presidenza a Ramallah.

La fonte ha quindi confermato che, per riuscire a creare uno stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme est, sarà importante la collaborazione continua non solo con i fratelli arabi, attraverso la commissione dell’iniziativa di pace araba, ma anche con i sostenitori della causa all’interno della comunità internazionale.

Per quanto riguarda invece la riconciliazione nazionale, ha continuato Abu Rudaynah, “il comitato centrale ha confermato il rispetto da parte di Fatah dell’accordo basato sulla carta egiziana, firmata il 4 maggio dell’anno scorso, e sulla dichiarazione di Doha”.

Secondo il portavoce sarà quindi necessario “rimuovere tutti gli ostacoli che nella Striscia di Gaza impediscono l’inizio dei lavori che porteranno alle elezioni nazionali” ed accelerare la formazione di un governo provvisorio di unità nazionale, se si vorrà porre fine alle divisioni e dare il via al processo elettorale.