Fatah condanna la politica israeliana di omicidi e punizioni collettive

MEMO. Il Movimento di liberazione nazionale palestinese, Fatah, ha invitato il popolo palestinese ad intensificare i mezzi di resistenza popolare come migliore risposta ai crimini dell’occupazione israeliana.

Giovedì, la Commissione per l’informazione e la cultura del movimento ha dichiarato che gli ultimi episodi che hanno coinvolto l’esercito d’occupazione [israeliano] ed i coloni sono: l’assassinio del ragazzo Odeh Muhammad Odeh Sadaqah, colpito al petto da munizioni letali, giovedì sera, nella cittadina di Medea, ad ovest di Ramallah; l’uccisione di Bilal Kabha nella cittadina di Ya’abad, vicino a Jenin; l’uccisione della giornalista Ghufran Warasneh, nel campo profughi di al-Arroub, a Hebron; l’omicidio del ragazzo Ayman Muhaisen, nel campo di Deheisheh, a Betlemme; e l’attentato alla casa della famiglia Hamarsha, a Ya’abad, Jenin.

Nella sua dichiarazione Fatah ha avvertito i politici ed i leader militari israeliani, affermando che la loro politica di uccisioni sistematiche è come un fuoco le cui fiamme bruceranno “il loro sistema razzista, terroristico e la loro politica aggressiva”.

Il Movimento ha anche sottolineato che l’approccio della punizione collettiva è un crimine di guerra che richiede una posizione morale e legale da parte della comunità internazionale, a cui è anche stato chiesto di smettere di usare i doppi standard quando si tratta di Israele.

Fatah ha ribadito la sua determinazione nel continuare nella battaglia della fermezza, della resistenza popolare e del confronto, in difesa dei diritti storici del popolo palestinese e per proteggere i suoi luoghi santi.