Fatah: le uccisioni dei combattenti puntano a interrompere le trattative

Betlemme – Maan. Jamil Nazzal, leader di Fatah, ha accusato ieri Israele di voler distruggere le trattative di pace con l'equazione 'violenza chiama violenza'.

Nazzal, riferendosi all'uccisione di due combattenti della resistenza da parte dell'esercito israeliano in uno scontro avvenuto ieri in Cisgiordania, ha infatti sostenuto che Israele spera in questo modo di suscitare reazioni altrettanto violente da parte dei palestinesi, in modo che Netanyahu possa rifiutarsi di proseguire le negoziazioni prima della fine delle violenze.

Il leader palestinese ha aggiunto inoltre che lo scopo del governo israeliano è quello di deviare l'attenzione dalla questione delle attività coloniali, la cui cessazione è stata inclusa dal presidente palestinese Mahmud Abbas tra le condizioni per la prosecuzione delle trattative. Proprio su quest'argomento, Abbas sarà chiamato oggi ad annunciare la sua decisione di fronte alla Lega Araba.

Da parte sua, Hamas ha accusato l'Autorità nazionale palestinese (Anp), guidata da Fatah, di essere parzialmente responsabile dell'attacco mortale contro i due militanti, in particolare per il coordinamento tra i suoi sistemi di sicurezza e quelli israeliani. Il portavoce Sami Abu Zuhri ha anche chiesto all'Anp di liberare i detenuti politici, mentre il leader Isma'il Radwan ha definito l'episodio di ieri 'frutto delle trattative'.

Non è dello stesso parere Salam Fayyad, membro di Fatah e primo ministro del governo di Ramallah, che ha denunciato come l'uccisione dei due combattenti abbia minato le conquiste dell'Anp 'nell'imporre la stabilità, l'ordine pubblico e la sovranità della legge' in Cisgiordania.

Secondo quanto comunicato dall'esercito israeliano, i due palestinesi uccisi erano coinvolti nell'attentato ai quattro coloni ebrei avvenuto ad al-Khalil (Hebron) lo scorso 31 agosto.

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