Fatah: no al ruolo di spettatore, sì a quello più attivo nell’Intifada di Gerusalemme

Ramallah-Quds Press. La settimana scorsa è stato pubblicato un rapporto, la cui fonte è il “Centro per gli studi del caso Palestina-Israele”. Il documento pone l’attenzione principalmente su due fattori: l’Intifada oggi in atto e il ruolo del movimento di Fatah in questo quadro.
Il rapporto denuncia, in primis, il tentativo di alcune fazioni di soffocare la ribellione palestinese.Tra le righe scritte, viene posta luce anche sulle strategie adottate e sui loro probabili effetti. In sintesi, la politica ora seguita non porterà a buoni risultati, al contrario, se non si interviene con un cambio di rotta, gli esiti saranno disastrosi. Infatti, attualmente, gli scontri non danno segno di recessione.
La crescente complessità della situazione viene attribuita, in parte, alla scarsa partecipazione dei quadri accademici e dell’autorità palestinese.Tale carenza, viene vista dal Centro, come un’incapacità del movimento Fatah di prendere posizione rispetto a ciò che sta accadendo in Cisgiordania. In pratica sembra che il movimento ora sia incapace di esprimere un’idea decisa e chiara, sull’argomento.
Proseguendo la lettura del rapporto, ci si scontra con il nome del leader di Fatah: Wasa Sawafta. A lui viene chiesto di adottare una posizione alla quale dovranno sottostare tutte le altre fazioni. Questo poiché, secondo ciò che è stato riportato nel rapporto, Fatah non può essere uno spettatore.
In un’intervista a Sawafta, Quds Press riporta le dichiarazioni del leader, il quale asserisce che “i continui crimini sionisti, necessitano da parte del movimento di Fatah di una risposta concreta. Il movimento, deve sostenere il suo popolo e partecipare all’Intifada di Gerusalemme, nonché abbracciare e difendere la causa”. Il Centro riconosce a Fatah la “responsabilità politica e morale che la vede obbligata a prendere parte al processo di insurrezione e opposizione all’occupazione israeliana in Cisgiordania. La partecipazione del movimento di Fatah è importante in quanto il movimento ha una grande influenza sulle istituzioni civili e governative che fanno parte della comunità cisgiordana. A Fatah, si richiede di unire, raccordare, tutte le diverse parti e porre fine al divario esistente tra queste. Non solo: è necessario aprire la strada ad una nuova fase di resistenza, e restituire dignità alla nazione e al popolo palestinese, ma soprattutto restituire alla nostra causa la sua voce sulla scena internazionale”.
Traduzione di Asmaa Aboulabil