Fayyad: necessaria unione intorno all’Olp

Gerusalemme – Infopal. Il primo ministro palestinese a Ramallah Salam Fayyad ha tenuto ieri un discorso all'Università di Gerusalemme, nel quale ha ribadito che Gerusalemme Est rimarrà per sempre la capitale dello Stato di Palestina, e ha quindi invitato il popolo palestinese a raccogliersi intorno al progetto di formazione delle istituzioni statali.

Secondo Fayyad, la fine dell'occupazione e la costruzione della nazione richiedono cioè la fine delle divisioni e l’unione delle varie fazioni intorno all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina; è quindi necessario far prevalere la ragione e astenersi dalle polemiche senza senso.

Fayyad ha proseguito dicendo che, nonostante le differenze di opinione, vi è la possibilità di completare la creazione dello stato, riferimento centrale per il movimento palestinese, e che consolidare il fronte interno è fondamentale per raggiungere gli obiettivi che ci si è preposti: è giunto dunque il momento di risolvere le controversie e le incertezze sul ruolo dell'Anp, che rappresenta la base per le nuove istituzioni.

Ha poi sottolineato che l'occupazione israeliana è il nocciolo del conflitto, e che non esiste né dovrà mai esistere un partner palestinese che si appelli ad essa, bensì uno che ne reclami la cessazione definitiva. Il blocco totale dell’occupazione e delle incursioni e la revoca dell’assedio sarebbero imprescindibili per un processo politico equilibrato e spianerebbero la strada verso il raggiungimento della pace senza ulteriori colloqui inutili.

Riferendosi al recente intervento del primo ministro israeliano, ha poi aggiunto: “Il discorso di Netanyahu rappresenta il tentativo di risparmiare allo stato israeliano l’attuazione degli accordi raggiunti, che gli è stata invece richiesta dalla comunità internazionale; questa, a sua volta, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità per riportare i due stati ai confini del 1967 (…) Il nostro popolo riconquisterà la fiducia nel processo politico se Israele si impegnerà a fermare il colonialismo, le invasioni e l’assedio”, ribadendo inoltre che “non si può parlare di pace ignorando l'impegno preso per raggiungerla, con i principi specificati dalle risoluzioni di legittimità internazionale, compresa la Road Map.”

D’altra parte, a livello nazionale e politico, il primo ministro ha spiegato che il progetto coloniale israeliano ha beneficiato delle divisioni palestinesi degli ultimi due anni, prima rafforzando l’isolamento della Striscia di Gaza con l'assedio e gli attacchi contro di essa, quindi portando avanti la campagna colonialista in Cisgiordania, in particolare nella città di Gerusalemme e dintorni. A tutto questo andrebbero poi aggiunte le pratiche delle forze di sicurezza, ovvero le irruzioni, i blocchi stradali e gli arresti, che minerebbero non solo gli sforzi dell'Anp per riportare l'ordine pubblico e imporre la legge nei Territori Palestinesi, ma anche quelli della comunità internazionale, che, come già detto, sta cercando di garantire l'applicazione della risoluzione dei due stati.

Fayyad ha dunque invitato il mondo ad insistere perché Israele si impegni ad applicare tale risoluzione e offra così un’occasione alla pace nella regione.

A questo proposito, e più precisamente per quanto riguarda l’iniziativa di pace araba, il leader palestinese l’ha definita la “culla” del progetto di pace palestinese, perché studiata alla ricerca di una soluzione politica del conflitto arabo-israeliano basata sulla formula “terra in cambio di pace”. Questa iniziativa, secondo Fayyad, avrebbe garantito e continuerebbe a garantire un’opportunità storica per giungere ad una pace giusta e globale; di conseguenza, i tentativi d’ignorarne il contenuto non produrranno altro che ulteriori tensioni e instabilità in Medio Oriente.

 

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