Feriti e arresti a nord della Cisgiordania

Nablus-InfoPal. Martedì 26 febbraio, nelle città a nord della Cisgiordania,  per il terzo giorno consecutivo, sono proseguiti gli scontri scoppiati a margine delle proteste contro gli abusi israeliani nei confronti dei prigionieri palestinesi e la morte, sotto tortura, del detenuto Arafat Jaradat, avvenuta nel carcere Megiddo, sabato scorso.

All’ingresso meridionale di Nablus, nei pressi del posto di blocco militare di Hawara, violenti scontri si sono verificati nel pomeriggio di martedì, e protratti fino a sera, dove i soldati israeliani hanno sparato proiettili di gomma e bombe assordanti contro i giovani palestinesi che partecipavano ad una marcia pacifica in solidarietà con i prigionieri.

Fonti mediche di Nablus hanno riferito che decine di palestinesi sono rimasti feriti a causa dei proiettili di gomma, o intossicati per aver inalato gas lacrimogeno, mentre le forze di occupazione israeliane hanno arrestato un ragazzo palestinese, portandolo nell’accampamento militare di Hawara, vicino al luogo degli scontri, dopo averlo colpito direttamente con un candelotto di gas lacrimogeno.

Nello stesso contesto, le forze israeliane hanno assaltato il villaggio di Baita, a sud di Nablus, e arrestato due giovani palestinesi, scontrandosi, di seguito, con gli abitanti del villaggio. Alcuni abitanti sono rimasti intossicati a causa del gas lacrimogeno che le forze di occupazione hanno lanciato contro le loro case.

Nella città di Jenin, nord della Cisgiordania, gli scontri scoppiati al valico di al-Jalama, nord della città, sono protratti fino a sera. Secondo fonti locali, i soldati israeliani hanno arrestato otto ragazzi coinvolti negli scontri, durante i quali alcuni palestinesi sono stati colpiti da proiettili di gomma e gas lacrimogeno.

Diversa la situazione a Tulkarem, dove sono stati gli apparati di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) a reprimere le decine di giovani e impedire loro di venire a contatto con i soldati israeliani, all’ingresso occidentale della città. Di fatto, i membri della polizia palestinese hanno inseguito i giovani, con i manganelli, costringendoli a tornare indietro, per evitare che si scontrassero con l’occupazione.