InfoPal. Di Angela Lano. Non si fermano gli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza, rinnovando una politica di genocidio già sperimentata in altre, tante, operazioni militari contro la popolazione inerme gazawi. Gli attacchi di sabato sera hanno ucciso altri sette palestinesi, inclusi cinque bambini. Come consueto, la “comunità” internazionale che, a febbraio, si è subito mossa a difesa del governo ucraino contro l’invasione russa, tace e si gira dall’altra parte quando Israele fa strage di Palestinesi.
Sabato, sei civili sono stati uccisi in un attacco missilistico israeliano su Jabaliya, nel nord di Gaza: cinque bambini sono morti. I missili sono stati lanciati da droni: i soldatini di Tsahal uccidono da lontano, telecomandando aerei senza pilota, colpendo a caso o, forse, con calcolo e volutamente i civili, in particolare i bambini.
La propaganda sionista, ripresa dalla vergognosa stampa occidentale, afferma di aver preso di mira e liquidato una cellula di resistenza palestinese, invece ha fatto strage di bambini.
Anche Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, aerei israeliani hanno sparato missili contro una casa di civili nel densamente popolato campo profughi di Shaut, uccidendo un cittadino e ferendone altre 30, tra cui donne e bambini.
L’esercito israeliano ha affermato che l’attacco ha preso di mira un alto comandante del braccio armato del Jihad islamico.
Il bilancio attuale della nuova strage degli innocenti è di 29 morti e 259 feriti.
Periodicamente, Israele avvia operazioni militari di genocidio contro la Striscia di Gaza, che sappiamo essere bloccata da ogni lato e resa una enorme prigione a cielo aperto. Ci sono tante ragioni, per tali operazioni: i giacimenti di gas al largo delle coste gazawi, propaganda politica, disinteresse internazionale, distrazione da altre questioni mondiali, esoterismo e sacrifici di esseri viventi… Ognuno cerchi e approfondisca le questioni e troverà la risposte, ma ciò che interessa qui ed ora è fermare la mano stragista dell’entità sionista.
Fonti dei dati: PIC, Quds Press, Wafa, MEMO.