Fermate l’assedio, Fermate la Guerra.

From: Gila Svirsky <gsvirsky@netvision.net.il>
Date: Nov 1, 2006 9:06 AM
Subject: [womeninblack] Stop the Siege of Gaza – International Campaign
To: Gila Svirsky <
gsvirsky@netvision.net.il>

Possiamo informarne nella iniziativa del 15 novembre e farlo comunque girare anche prima. pensavo ad un vero e proprio testo, ma è il lancio della campagna, ovviamente molto significativa. ciao

alessandra

Gaza

Fermate l’Assedio! Fermate la Guerra!

Un mese di protesta: 4 Novembre–2 Dicembre, 2006

La situazione a Gaza ha raggiunto livelli di emergenza – insufficienza d’acqua, elettricità e medicine; la fame, la povertà e la disoccupazione; scuole e altri servizi sono fuori uso; i costanti bombardamenti e attacchi da parte delle forza armate israeliane. Il problema è l’assedio di Gaza da parte di Israele e le sanzioni imposte dalla comunità internazionale, peggiorate dai bombardamenti israeliani in corso. Se questo assedio continua, vedremo il diffondersi di malattie, malnutrizione, ed anarchia.

 

Unitevi alla nostra Campagna Internazionale

 

La comunità di organizzazioni pacifiste di Israele si è riunita in una grande e coordinata campagna per mettere fine all’assedio di Gaza e per richiedere che Israele riprenda i negoziati con i legittimi rappresentanti del popolo palestinese.

 

Gaza: Fermate l’Assedio – Fermate la Guerra!

 

Per tutto il mese di Novembre: sit-in, seminari, petizioni, volantini, poster

2 Dicembre:  Manifestazioni in tutto il mondo

 

 

Per favore unitevi con noi per questo sforzo umanitario e politico: usate il mese fino alla grande manifestazione, il 2 Dicembre, per aumentare il livello di conoscenza nella vostra comunità. Mandate lettere, fax e petizioni ai vostri rappresentanti. Organizzate sit-in e seminari di conoscenza.

Fateci sapere i vostri piani in modo tale che sia possibili incoraggiarci e potenziarci a vicenda con i nostri numeri e l’informazioni sui nostri siti web.

Scrivete i vostri piani a Debby Lerman all’indirizzo debbyl@actcom.co.il

 

 

Attività pianificate in Israele

Forse alcune di queste potrebbero fornirvi qualche idea per le vostre attività:

Materiale stampato– volantini, un manifesto, un’inserzione pubblicitaria, figurine.

Eventi locali – "sessioni d’insegnamento" che includono film, testimonianze, giornalisti, palestinesi di Gaza ecc.

Sitin/manifestazioni – Davanti all’ufficio del primo ministro, la UE, ambasciate, gli uffici di deputati scelti dalla Knesset.   Durante la manifestazione "Rabin", il 4 novembre, attivisti distribuiranno materiali stampati e faranno una catena umana.

Convegno straordinario per la Knesset – Si organizzerà un convegno speciale per la Knesset al qual saranno invitati deputati strategici.   Ascolteranno rapporti da Gaza -palestinesi, organizzazioni per i diritti umani, giornalisti.

Media – Scriveremo articoli, lettere, blogs, risposte – per giornali, TV, radio e internet.

Corteo di macchine al confine con Gaza.

Manifestazione il 2 dicembre a Tel Aviv e in tutto il mondo -Includendo collegamenti telefonici con Gaza e,  se possibile, eventi internazionali di solidarietà.

Campagna internazionale:

Azioni per aumentare il livello di conoscenza e per esercitare pressione sui governi europei ed americano – appelli diretti a coloro che prendono le decisioni e alla società civile nella UE e negli Stati Uniti per richiedere il ritiro dell’embargo.

Il 2 dicembre – manifestazioni in tutto il mondo..

Organizzatori della Campagna


Questa campagna ha preso vita grazie alla coalizione di donne per la pace
con le sue 9 organizzazioni in Israele, includendo  MachsomWatch, Bat
Shalom e New Profile. 
Altri organizzatori attivi sono:  Anarchists against the wall, Gush Shalom, Hadash, High School Seniors draft Refusers, Rabbis for Human Rights, University Student Coalition, e Yesh Gvul.

Per ulteriori informazioni e per i vostri aggiornamenti:: Debby Lerman at debbyl@actcom.co.il or +972-52 457-0704

 

 

Materiale di base:

 

L’Economia di Gaza

 …Secondo la Banca Mondiale, i palestinesi  attualmente vivono la peggiore depressione economica della storia moderna. L’imposizione vergognosa di sanzioni internazionali ha avuto un effetto devastante su un’economia già severamente danneggiata, data la sua dipendenza da fonti esterne di finanza. Per esempio, L’Autorità Palestinese è fortemente dipendente dai 2 fonti di ingressi. La prima è l’aiuto di donatori occidentali per un importo all’incirca di $1 miliardo all’anno  (2005, secondo la Banca Mondiale, i donatori hanno dato $1.3 miliardi in assistenza umanitaria [$500m/38%], Sviluppo [$450m/35%] e assistenza di bilancio[$350m/27%])  – ora gran parte è sospesa. La seconda è il trasferimento mensile da parte d’Israele di $55 milioni di dazi doganali e tasse che Israele raccoglie per l’AP, un afonte d’ingressi che è vitale per il bilancio palestinese e che è stato totalmente sospeso.  Infatti,Israele ritiene circa mezzo miliardo di dollari di cui Gaza ha disperatamente bisogno.

L’impatto di tutte le restrizioni combinate – la quasi totale chiusura e l’embargo economico in corso, ha causato livelli di disoccupazione senza precedenti, attualmente circa il 40% a  Gaza (era meno del  12% nel 1999). Infatti, agli operai palestinesi di Gaza non è permesso entrare in Israele dal 12 marzo 2006, il mercato principale e tutti i valichi di entrata e uscita sono stati quasi totalmente sigillati dal 25 Giunio 2006 quando l’attuale campagna militare israeliana su Gaza ha avuto iniziato. Inoltre, nei prossimi 5 anni, occorreranno 135,000 nuovi posti di lavoro solo per mantenere il livello di disoccupazione al 10%. Anche il settore commerciali ha subito un forte impatto. All’inizio di maggio 2006,  per esempio, il valico di Karni, attraverso il quale entrano tutte le merci, è gia stato chiuso per il 47% dell’anno con perdite stimate pari a $500,000-$600,000 al giorno. Ad aggravare la situazione, si aggiungono le perdite agricole stimate per $1.2 miliardi per Gaza e Cisgiordania negli ultimi 6 anni.

 

Gia nell’Aprile del 2006, il 79% delle famiglie di Gaza vivevano in povertà ( in confronto con meno del 30% registrato nel 2000), una cifra che è drammaticamente aumentata, molti sono affamati…

Sara Roy, The Palestine Center

12 Ottobre 2006

 Non è una questione interna  palestinese

 …Questi sono i passi dell’esperimento: imprigionamento (dal 1991); rimuovere gli usuali mezzi di sostentamento dei prigionieri; praticamente chiudere ermeticamente, lasciando fuori i punti vendita,  distruggendo i mezzi esistenti per il sostentamento, impedendo l’entrata di materiali grezzi ed il commercio dei beni e della produzione; prevenendo l’entrata regolare di medicine e di materiale ospedaliero; non portando cibo fresco per intere settimane; impedendo, per anni, l’entrata di parenti, professionisti, amici ed altri, e permettendo a migliaia di persone –malati, capi di famiglia, professionisti, bambini – di restare bloccati per settimane nei cancelli chiusi dell’unica entrata/uscita della e dalla Striscia di Gaza.

…Rubare centinai di milioni di dollari ( le entrate delle dogane e delle tasse raccolte da Israele che appartengono ad i palestinesi), così come forzare il non pagamento dei gia bassi salari della maggior parte dei dipendenti del governo per mesi; presentare il lancio di razzi Qassam fatti in casa come minaccia strategica che non può non essere fermata dal ferire donne, bambini ed anziani; aprire il fuoco sui nuclei residenziali molto popolati via aerea e via terra; distruggere gli orti, le piantagioni ed i campi.

Mandare aerei a spaventare la popolazione con le bombe suono; distruggere la nuova centrale elettrica e obbligare i residenti rinchiusi nella Striscia di Gaza a vivere senza elettricità per la maggior parte della giornata nell’arco di quattro mesi, che presto si tramuterà in un anno pieno – in altre parole, un anno senza frigo, ventilatori elettrici, televisione, luci per studiare e leggere; obbligarli ad andare avanti senza un rifornimento regolare di acqua, che dipende dai rifornimenti elettrici.

 E’ il buon vecchio esperimento israeliano chiamato “mettili dentro una pentola a pressione e vedi che cosa succede”, e questa è una delle ragioni per le quali non è una questione interna palestinese….

 

Amira Hass, Ha’aretz

October 4, 2006

 

 

Lo scandaloso assedio israeliano di Gaza

 Israele ha ucciso 2.300 palestinesi di Gaza negl’ultimi sei anni, inclusi i 300 nei quattro mesi successivi alla cattura del soldato israeliano Gilad Shalit in un raid al confine compiuto dai combattenti palestinesi il 25 Giunio. I feriti invece si contano a decine di migliaia. La maggior parte dei morti sono civili, molti di loro bambini.

Le uccisioni continuano quotidianamente – ad uccidere carri armati ed  il fuoco dei cecchini, bombardamente via area e via mare, e da squadre in borghese con indosso vestiti da civili invitati nei territori arabi per tendere agguati ed assassinare, una specialità israeliana perfezionata nel corso di molte decenni.

Per quanto ancora la “Comunità Internazionale” permetterà  che questo massacro continui? La crudele repressione dei territori occupati, e di Gaza in particolare, è oggi una delle più scandalose al mondo. E’ la macchia più scura del discontinuo percorso Israeliano che vuole essere uno stato democratico….

 

27 Ottobre, 2006

 

L’assedio semina l’anarchia e la morte a Gaza.

E’ un disastro prodotto dalle persone che deve essere fermato.

 

 

Per maggiori informazioni e aggiornamenti: Debby Lerman at debbyl@actcom.co.il o +972-52) 457-0704

 

 

 

 

 

 

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