Festeggiamenti per la “normalizzazione araba” con Israele, mentre continuano le persecuzioni dei palestinesi

Mentre le guardie del servizio carcerario, l’esercito e il governo israeliano perseguitano, torturano, abusano dei prigionieri palestinesi, e la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme vivono sotto costanti aggressioni e crisi umanitarie, alcuni Paesi arabi continuano la loro politica di “normalizzazione” con Israele e, anzi, festeggiano l’anniversario degli “accordi di Abraham”.

Mercoledì, ad esempio, l’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti (EAU) a Tel Aviv ha celebrato il primo anniversario della normalizzazione delle relazioni, secondo quanto hanno riferito varie agenzie, tra cui MEMO e Anadolu.

“La pace è il futuro dei nostri bambini” recitano striscioni in arabo, inglese ed ebraico per le strade di Tel Aviv e Gerusalemme ovest.

“L’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti in Israele ha lanciato una campagna a Tel Aviv e Gerusalemme per celebrare il primo anniversario degli accordi di Abraham”, ha twittato l’account Twitter in lingua araba del ministero degli Esteri israeliano.

Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid ha commentato il tweet dicendo: “Per il futuro. Per i nostri figli”.

Il 15 settembre 2020, gli Emirati Arabi Uniti e Israele firmarono un accordo sponsorizzato dagli Stati Uniti per normalizzare le loro relazioni diplomatiche.

Agli Emirati Arabi Uniti si unirono altri tre stati arabi – Bahrain, Marocco e Sudan – nella normalizzazione delle relazioni con Israele in quelli che sono diventati noti come gli accordi di Abraham. Per i palestinesi, la mossa è stata una “pugnalata alle spalle”.

(Nella foto: cartelloni pubblicitari dell’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti che segnano la firma degli accordi di Abramo mediati dagli Stati Uniti, esposti lungo l’autostrada nella città costiera israeliana di Tel Aviv, il 14 settembre 2021. [JACK GUEZ/AFP via Getty Images]).

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