
Byoblu. Il 7 ottobre 2023 potrebbe essere una data spartiacque per il futuro assetto del Medio Oriente e più in particolare per la causa palestinese.
I circa 200 civili morti a seguito dell’attacco di Hamas al festival di musica che si stava tenendo nel deserto del Negev potrebbero infatti rappresentare la linea rossa, superata la quale qualsiasi reazione israeliana sarebbe giustificata agli occhi dell’opinione pubblica occidentale. “La risposta di Israele all’attacco subito da Hamas cambierà il Medio Oriente”, ha infatti tuonato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Il mistero del festival di musica dal Brasile.
Quando si verificano però eventi così efferati e dalle conseguenze politiche di forte impatto occorre andare aldilà della mera catena emozionale fatta di cordogli e condanne, ma approfondire e porsi alcune domande: per esempio com’è stato possibile tutto questo? Domande che diventano ancora più pressanti scoprendo diverse anomalie che riguardano l’organizzazione del festival.
Quest’evento è stato organizzato sotto la sigla Universo Parallelo, che prepara annualmente un festival dedicato alla musica trance sulle spiagge brasiliane di Itubera. Oltre all’evento centrale, Universo Parallelo organizza ritrovi satelliti durante l’anno in tutto il mondo. Uno di questi è proprio quello organizzato lo scorso 7 ottobre a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza.
E arriviamo così alla prima anomalia che scoviamo nella pagina del sito israeliano Eventer dedicata proprio alla presentazione di questo festival: “In occasione dell’imminente festività di Sukkot, ospiteremo per la prima volta in assoluto nello Stato ebraico, uno dei festival più grandi, antichi e influenti”.
Quindi era la prima volta in cui l’evento Universo Parallelo, uno dei festival più grandi e conosciuti dell’America Latina, sbarcava in Israele. Un elemento che, in uno Stato militarizzato come quello israeliano, avrebbe dovuto far prevedere una lunga lista di accorgimenti a livello di sicurezza. Le anomalie non finiscono qui.
Perché proprio a ridosso della Striscia di Gaza?
Quello che fa sollevare le maggiori perplessità è la scelta del luogo dell’evento: nella zona nord occidentale del deserto del Negev, a pochi passi dal kibbutz di Re’im, ma soprattutto a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza. Una scelta un po’ improvvida quella di collocare un evento potenzialmente a rischio attentato in una zona facilmente raggiungibile dal fuoco di Hamas. Una scelta che diventa ancora più inspiegabile scoprendo che si tratta di una decisione non programmata.
Come riporta il portale Billboard, che ha intervistato alcuni sopravvissuti all’attacco e che facevano parte degli organizzatori dell’evento: “Originariamente non era previsto che Universo Paralello si svolgesse presso il sito di Re’im, con gli organizzatori che lo spostarono in questa posizione solo due giorni prima dell’inizio, quando il sito prescelto nel sud del Paese non fu più praticabile”.
C’è stato quindi un cambio di programma e solo due giorni prima l’evento è stato spostato nella località di Re’im. Una circostanza davvero eccezionale che ha portato migliaia di persone proprio nella zona che, già nel 2006, era diventata target di razzi dalla Striscia di Gaza. Le anomalie però non finiscono qui.
Israele sapeva dell’attacco?
Perché se il cambio improvviso del luogo del festival è sospetto, altrettanto curiosa è la presenza di una base delle Forze di Difesa Israeliane proprio nella località di Re’im. Vi potreste mai immaginare un festival con migliaia di persone organizzato a pochi passi da una caserma o da una base NATO?
Infine, pare che un avvertimento sui possibili attacchi di Hamas fosse stato recapitato a Israele. Lo hanno rivelato fonti dell’intelligence egiziana che sostengono di aver avvisato per tempo Tel Aviv sulle intenzioni di Hamas e sul fatto che avrebbero organizzato “qualcosa di grosso”. Mettendo assieme tutti questi elementi non possiamo che trarre una conclusione: l’intelligence israeliana deve essere davvero composta dai peggiori sprovveduti per ignorare simili avvertimenti e permettere a migliaia di persone di trovarsi tutte assieme in uno dei luoghi più pericolosi al mondo.