Fiera del libro di Torino. Un appello di editori chiede la revoca della decisione di dedicarla a Israele
RCA. 28/02/08. Milano. Facciamo appello al Consiglio Direttivo della Fiera del Libro di
Torino perché revochi questo invito inopportuno e perché respinga le pressioni politiche che vorrebbero trasformare la Fiera del Libro, da occasione di crescita culturale e formativa, a vetrina per la propaganda del volto umano di un paese colonialista e che pratica l’apartheid anche nei confronti dei cittadini arabi residenti in Israele si conclude con questa esplicita richiesta un appello lanciato in queste ore da alcuni editori e case editrici italiane che pure saranno presenti alla contestata Fiera del Libro di Torino a metà maggio.
Nellappello sottoscritto da case editrici storiche della sinistra come Zambon e Città del Sole ma anche da editori minori che ben rappresentano quote crescenti delleditoria alternativa come Edizioni Clandestine, Manni e Filema si sottolinea come la scelta di dedicare la Fiera a Israele come ospite donore sembra motivata non da ragioni di tipo culturale e dalla volontà di promuovere gli scrittori e la letteratura israeliani, ma da ragioni di tipo politico che nulla hanno a che vedere con gli scambi culturali tra i popoli e che rischiano di ritorcersi contro gli stessi artisti israeliani. Lappello non risparmia critiche alla decisione presa dagli organizzatori della Fiera del Libro Se si fosse voluto usare il terreno culturale come momento di scambio e di creazione di ponti tra popoli e intellettuali, aldilà delle scelte dei propri governi, allora i paesi ospiti avrebbero dovuto essere due: Israele e Palestina, con pari dignità. Le polemiche sulla Fiera del Libro paiono dunque destinate a riprendere e questa volta anche dentro al mondo delleditoria italiana protagonista dellevento stesso. (RS)