
Washington. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha esortato Israele a rimuovere le restrizioni sull’economia palestinese e sui Territori occupati “per dare spazio a migliori opportunità di investimento”.
“In un contesto di deterioramento della sicurezza, della situazione politica e sociale, la ripresa [dell’economia palestinese] sta perdendo slancio e si prevede che il reddito pro capite diminuisca nel medio termine”, si legge in un rapporto intitolato “Le prospettive per l’economia palestinese rimangono disastrose, con rischi verso il basso”, pubblicato alla fine della scorsa settimana.
Il rapporto afferma: “La crisi fiscale rimane irrisolta, tra le limitate prospettive di riforme profonde della spesa, di cui c’è grande bisogno, e di risoluzione dei dossier fiscali in sospeso con Israele”.
Secondo il rapporto, la crescita è rimbalzata nel 2021 dopo la pandemia, ma si è dimezzata al 3,9% nel 2022 e si prevede un ulteriore calo al 3% nel 2023.
Il rapporto spiega che i fattori chiave che contribuiscono alle difficoltà in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sono il trattenimento delle entrate fiscali da parte di Israele, “così come il persistente scarso sostegno da parte della comunità internazionale.
“Il raggiungimento di una maggiore crescita economica richiede sforzi coordinati da parte dell’Autorità palestinese, di Israele e della comunità internazionale.
“L’aumento della crescita economica ed il miglioramento dell’occupazione e dei redditi reali dei palestinesi dipendono in modo cruciale dall’allentamento delle restrizioni imposte da Israele alla circolazione, all’accesso e agli investimenti – anche nell’Area C – e dall’apertura di Gaza”.
Il rapporto afferma che il settore bancario palestinese ha ampiamente superato la crisi economica: “Il settore bancario rimane generalmente stabile, nonostante i primi segnali di deterioramento della qualità degli asset“.
(Fonte: MEMO).
(Foto: [Issam Rimawi – Anadolu Agency]).
Traduzione per InfoPal di F.L.