Fondo nazionale ebraico vota per acquisire terreno palestinese nella Valle del Giordano

Valle del Giordano – MEMO. Il consiglio del Fondo nazionale ebraico (JNF) in Israele dovrebbe votare sull’approvazione dei 18 milioni di dollari stanziati per l’acquisto di terreni di proprietà palestinese nella Valle del Giordano, nella Cisgiordania occupata.

Il ministero della Difesa israeliano ed il JNF avevano tentato, l’anno scorso, di acquistare il terreno, ma la transazione era stata interrotta dopo aver ricevuto critiche internazionali dovute al palestinese che ne è proprietario, chiedendo diritti legali.

Tuttavia, a giugno di quest’anno è stata fatta pressione per riprendere la transazione prima dell’udienza della Corte suprema sul caso, secondo quanto riferito da Haaretz.

La Valle del Giordano ed il Mar Morto settentrionale costituiscono quasi il 30% della Cisgiordania occupata. Quasi il 90 per cento di questa regione è stata designata come Area C, la terra della Cisgiordania che rimane sotto il pieno controllo militare e civile israeliano.

Le comunità palestinesi nella Valle del Giordano sono oggetto di aggressioni quotidiane da parte delle forze d’occupazione e dei coloni, nel tentativo di costringerli a lasciare l’area per annetterla ed espandere le colonie.

Nel 2018, i proprietari palestinesi presentarono una petizione alla Corte suprema di giustizia israeliana, chiedendo l’annullamento dell’ingiunzione militare e la rimozione dei coloni.

Secondo Haaretz, lo Stato aveva affermato di non sapere come i coloni avessero iniziato a coltivare la terra palestinese o come lo Stato o la Divisione per le colonie dell’Organizzazione Sionista Mondiale l’avessero assegnata ad essi.

Il presidente della Corte suprema israeliana, Esther Hayut, ha chiesto: “Dato che non potete spiegare come la terra è stata concessa, questo dà loro il diritto di rimanere lì per sempre?” In udienze precedenti, Hayut ha criticato lo Stato per aver ceduto terreni di proprietà privata e poi aver affermato che non sapeva come fosse successo.

Il ministero della Difesa ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che, come per tutte le istanze della Corte suprema, lo Stato ed il ministero stanno affrontando la questione.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.