Forze palestinesi a Damasco: proteggere tutti i siti religiosi.


Damasco – Pic. Il capo dell'ufficio politico di Hamas Khaled Mishaal ha invitato a dare oggi il via a una campagna per proteggere Gerusalemme la moschea di al-Aqsa e tutti i siti religiosi palestinesi. Le pratiche d'Israele, ha avvertito Mishaal, rischiano di far esplodere la regione.

“Questo è l'inizio di una campagna a tempo indeterminato per Gerusalemme e i luoghi sacri islamici e cristiani in Palestina” ha dichiarato Mishaal in un discorso tenuto ieri durante una riunione di emergenza dell'allenza delle forze palestinesi a Damasco.

Il leader politico di Hamas ha quindi esortato il popolo arabo palestinese a Gerusalemme e in territorio israeliano a portare avanti un programma costante e a fare importanti progressi nella protezione di al-Aqsa (e di tutti gli altri siti) dall'ebraicizzazione e dalla demolizione.

Mishaal ha inoltre invitato tutti gli abitanti di Gaza e Cisgiordania a partecipare alla campagna e a sostenere i loro connazionali nei Territori occupati.

Dall'altra parte, ha messo in guardia la comunità internazionale dalle conseguenze pericolose del suo silenzio di fronte agli abusi israeliani, ricordando che Israele “gioca col fuoco”, e rischia di far scoppiare una guerra in tutto il Medio Oriente.

A sua volta, Ahmed Jibril, segretario generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina – comando generale (Fplp-Cg), ha chiesto nel corso della riunione lo scioglimento dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) e il lancio di un'Intifada generale in tutti i Territori.

Jibril ha definito “soluzioni provvisorie” gli appelli per porre fine ai negoziati con Israele, evidenziando che la soluzione reale sarebbe appunto lo smantellamento dell'Anp, che non ha fatto ottenere nulla al popolo palestinese e alla sua causa nazionale per 18 anni.

Da parte sua, il segretatio generale del Movimento del jihad islamico Ramadan Shallah ha ricordato che se a Israele verrà permesso di proseguire nei suoi attacchi e nei suoi progetti ai danni di Gerusalemme e della moschea di al-Aqsa, verrà aperta la strada alle deportazioni di massa del popolo palestinese.

Shallah ha quindi chiesto alla Lega araba di dichiarare rapidamente la fine dell'iniziativa di pace araba e di sottoscrivere il diritto del popolo palestinese a difendere se stesso e le proprie terre a qualsiasi costo.

Nello stesso contesto, il rappresentante di Hamas in Libano Osama Hamdan ha affermato ieri che l'apertura delle rovine della sinagoga fa parte delle strategie sioniste volte a creare una storia inventata dell'occupazione israeliana di Gerusalemme.

Secondo il resoconto fatto da Hamdan sul canale satellitare al-Jazeera, la campagna di ebraicizzazione nella Città Santa cominciò con una serie di azioni quali l'imposizione di restrizioni ai gerusalemiti, la costruzione del Muro di separazione, l'isolamento di Gerusalemme e, quindi, l'apertura dei resti della sinagoga.

Il leader ha anche sottolineato che la sinagoga in questione è stata restaurata dopo che lo Stato non è riuscito a trovare un chiaro indizio di natura religiosa che si riferisse alla presenza storica degli ebrei nella città. L'obiettivo della ricostruzione dell'edificio, la cui prima edificazione risale al periodo ottomano (circa 200 anni fa), punterebbe quindi a creare una storia congeniale alla propaganda israeliana.

Un altro appello era stato lanciato alla Lega araba e all'organizzazione della Conferenza islamica da parte dell'associazione degli studiosi palestinesi all'estero, perché venisse annunciata oggi una Giornata globale della rabbia a sostegno di al-Aqsa e di tutti gli altri luoghi religiosi.

L'associazione ha inoltre sollecitato la comunità araba e quella musulmana a organizzare proteste nei diversi paesi per dimostrare la propria solidarietà con i palestinesi dominati dall'occupazione.

Anche il partito del Fronte d'azione islamica e il gruppo dei Fratelli musulmani in Giordania si sono uniti nell'invito a celebrare la Giornata della rabbia, e a dedicare tutte le energie e gli sforzi della comunità musulmana a creare una vero e proprio programma di resistenza che salvaguardi i luoghi sacri.

Sia il Fronte che i Fratelli si sono quindi dichiarati convinti del prossimo avvio della terza Intifada, nonostante i tentativi da parte dell'Anp di frenare il popolo palestinese e i guerriglieri della resistenza.


 

 

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