FPLP: ripresa delle trattative con Israele, ultima priorità per i palestinesi.

Gaza – Infopal. Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina  – Fplp – ha chiesto all’amministrazione americana e al suo inviato in Medio Oriente, George Mitchell, di “rispettare i diritti legittimi del popolo palestinese all'autodeterminazione, al ritorno e all’istituzione di uno Stato indipendente”.

Il Fronte, in un comunicato stampa, ha aggiunto che l’occupazione “è illegale, e con essa la sua toponomastica e gli insediamenti coloniali, e non merita né mezze misure né compromessi”. Ha quindi chiesto all'amministrazione degli Stati Uniti e alla comunità internazionale “di cambiare la loro politica fallimentare, cessando il sostegno a Israele, i rinvii e gli inganni, e applicando la legge internazionale, che prevede la fine dell’occupazione e del colonialismo e la creazione di uno Stato sovrano, con Gerusalemme capitale”.

Ha poi messo in guardia da un ritorno alle politiche dell'amministrazione Bush, “che faceva tante promesse per la creazione di uno Stato palestinese, mentre gli insediamenti e l’ebraicizzazione della città santa di Gerusalemme proseguivano” e compromettevano di fatto la possibilità stessa di mantenere quelle promesse.

Nel comunicato si dichiara inoltre che “l'ultima cosa di cui hanno bisogno i palestinesi, alla luce dell’assedio, delle aggressioni e degli insediamenti, è la ripresa dei negoziati del cosiddetto processo di pace”. Il successo e la serietà dell'amministrazione del presidente Barack Obama e dei suoi inviati, secondo il Fronte, sarebbero legati, da una parte “al rispetto del diritto umanitario internazionale e dei suoi valori, che gli Stati Uniti hanno a lungo sostenuto, includendo in esso il diritto dei popoli all'autodeterminazione”, e, dall’altra, “a un reale cambiamento della politica americana, che dovrebbe adottare un meccanismo e un calendario precisi per la cessazione dell’occupazione e del colonialismo in tutte le sue forme e in ogni area, compresa la Città Santa: questi – afferma il comunicato – sono gli unici fatti che potrebbero convincere i palestinesi e gli arabi della serietà del governo americano”.

Il movimento ha infine condannato le “esercitazioni militari israeliane, le aggressioni e le strategie d’istigazione all’odio contro gli arabi che trovano ascolto presso il governo Usa, che infatti impone la politica della normalizzazione: tutto questo – si aggiunge – è contrario a quella che viene definita la 'ricerca della pace e della stabilità'”.

 

 

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