La Francia non ha alcuna base legale per chiedere a Eutelsat d'interrompere le trasmissioni di al-Aqsa Tv: lo ha affermato un comunicato della stessa al-Aqsa, quasi una settimana dopo l'annuncio.
Un articolo del Wall Street Journal ha motivato la richiesta dell'organo supervisore francese – il Consiglio superiore per l'audiovisivo (Csa) – secondo il quale “alcuni dei programmi violano le leggi francesi contro la promozione dell'odio razziale e della violenza religiosa.”
Tuttavia dalla stazione di al-Aqsa, gestita da Hamas e con sede a Gaza, si sostiene che la mossa può essere “solo spiegata come sottomissione a Israele e agli Usa, che puntano a sopprimere le libertà pubbliche e in particolare la libertà di espressione.”
Sulle pagine del Washington Post, la compagnia satellitare francese Eutelsat ha dichiarato che la questione è stata complicata dal fatto che il contratto non è stato firmato direttamente con al-Aqsa, ma con l'azienda di servizi satellitari Noorsat, che fornisce il collegamento a centinaia di canali. Secondo Eutelsat, diversi doveri contrattuali andranno assolti prima che le trasmissioni siano interrotte del tutto, ma una volta risolto il problema l'ordine del Csa verrà rispettato.
Al-Aqsa sostiene però che la decisione viola le leggi sulle trasmissioni satellitari e sulla stampa internazionale, e ha chiesto ai ministri dell'Informazione di tutti i paesi arabi di organizzare una seduta d'emergenza a sostegno delle libertà dei media.
“Non mancheremo di comunicarvi il nostro messaggio, e di continuare a svelare i torti dell'occupazione israeliana” afferma testualmente il comunicato.