Ginevra – InfoPal. Ieri, 11 ottobre, si è svolta una riunione alla presenza di legali provenienti da oltre venti paesi.
Lo scopo dell'incontro di Ginevra è stato ricercare e delineare i procedimenti giudiziari da promuovere per punire l'aggressione israeliana contro la missione umanitaria “Freedom Flotilla”, durante la quale il 31 maggio scorso nove cittadini turchi persero la vita.
Nella dichiarazione rilasciata a conclusione dell'incontro, la coalizione ha confermato la propria presenza alla Freedom Flotilla II segnalando la normativa internazionale di riferimento nel procedimento legale che si è scelto di promuovere.
“Gli Accordi di Ginevra restano lo strumento di difesa della vita e della dignità umana che in Palestina continuano ad essere violati da Israele”.
Fra due giorni, il 14 ottobre, la coalizione si riunirà all'Aja per consegnare al procuratore generale della Corte penale internazionale (Cpi) le denunce che saranno seguite da colloqui diretti con i legali della difesa.
“Come membri della società civile europea, lavoriamo per contrastare l'impunità e l'intransigenza israeliana, per rompere il silenzio dei nostri governi e dare efficacia alle risoluzioni di condanna Onu, nonostante gli ostacoli del veto statunitense”.
“La coalizione rappresenta una svolta e una nuova era per i crimini israeliani che – di fronte a procedimenti legali di questa portata – non resteranno più impuniti”, così si è espresso Anu Gharbi, membro della Campagna europea per rompere l'assedio su Gaza e tra i fondatori della Freedom Flotilla.
“Al fine di svelare i crimini israeliani, lavoriamo su tutti i livelli: giudiziario, politico e popolare. Non ci limiteremo a portare giustizia sui fatti eclatanti come è stato l'attacco in mare contro la Freedom Flotilla, ma seguiremo anche i soprusi all'ordine del giorno (arresti, demolizioni e ricatti) contro il popolo palestinese e faremo il massimo per rompere l'illegale assedio sulla Striscia di Gaza. Siamo pronti per salpare nuovamente verso Gaza”.