Freedom Rider, Charlie Hebdo: “Je Suis Gente Bianca”

Blackagendareport.com. “La foto di gruppo avrebbe dovuto essere una passeggiata di criminali all’Aja, invece di un’opportunità fotografica per dei sanguinari”.
Non uccidere i bianchi. Dopo tutto ciò che è stato detto e fatto, l’attacco Charlie Hebdo, gli hashtag e milioni di persone marciando equivalgono a quel semplice ma molto potente detto. Agli occhi dei governi che producono la maggior parte delle vittime del pianeta, e dei mass media che agiscono come loro scribi, non c’è niente di peggio che prendere di mira ed uccidere anche una sola manciata di bianchi.
Charlie Hebdo è una presunta rivista satirica pubblicata a Parigi, in Francia. Agli Americani era poco nota fino al 7 gennaio, 2015, quando due uomini armati hanno attaccato la redazione e ucciso 12 membri dello staff. Charlie Hebdo era famosa per aver intenzionalmente violato il divieto islamico di raffigurare il profeta. Secondo i sopravvissuti, gli assassini si sono annunciati come membri di al-Qaeda e hanno detto che vendicavano il profeta Muhammad. Una poliziotta e altre quattro persone sono state uccise il giorno seguente, quando un altro uomo armato ha preso degli ostaggi in un supermercato kosher.
Uno sguardo ai cartoni di Charlie Hebdo dimostra che la parola satira viene usata in modo molto vago. Le raffigurazioni del ministro Christiane Taubira come una scimmia, e delle ragazze della scuola nigeriane rapite come gravide beneficiarie dell’assistenza sociale si fanno beffe del mondo satirico. Indipendentemente dal numero di uomini politici francesi che vengono infilzati nelle sue pagine, si deve riconoscere che Charlie Hebdo indulge in discorsi di odio razziale.
La loro reputazione conosciuta per gli insulti è stata rapidamente dimenticata e l’appello a identificarsi senza discutere con le vittime è stato immediato. Nel giro di pochi giorni, l’hashtag #Jesuischarlie è stato twittato più di un milione di volte. Il massacro propaganda ha creato un esempio imbarazzante di ipocrisia dei leader mondiali, che sono i peggiori assassini di tutti.
Barack Obama ha tirato fuori delle affaticate denunce, definendo gli attacchi “codardi”, mentre affermava di difendere i diritti di una stampa libera. Queste erano parole strane provenienti da un uomo che in sette occasioni ha utilizzato l’ormai screditato “Espionage Act” per perseguire informatori che fanno trapelare informazioni ai media.
Gli americani non erano soli nel condannare ipocritamente l’omicidio. La comoda amnesia selettiva del popolo francese è fantastica, proprio come la loro percezione di sentirsi più lesi di chiunque altro al mondo.
La Francia ha preso parte ad ogni atrocità e genocidio commessi dagli europei nella storia. Ha giocato un importantissimo ruolo nel commercio transatlantico degli schiavi, sequestrando circa 1.250.000 africani e inviandoli a lavorare in barbare condizioni nei loro territori americani.
Dopo essere stata costretta a lasciare l’Haiti dalla ribellione di schiavi più grande al mondo, la Francia prese poi in ostaggio la nazione con la minaccia di ri-schiavizzare e chiese un pagamento di 60 milioni di franchi, che furono pagati dal 1838 al 1947. L’Haiti è nella povertà fino ai giorni d’oggi come risultato.
La Francia prese parte alla Conferenza di Berlino del 1884, che divise l’Africa in sfere di influenza europee. Fu più e più volte dietro a stragi di massa, tentando di evitare che colonie come Vietnam e Algeria ottenessero l’indipendenza.
Dopo che la NATO uccise Muammar Gheddafi, nel 2011, il presidente francese Nicolas Sarkozy si recò in Libia per gongolare personalmente nel paese che ha contribuito a distruggere. Fu raggiunto dal primo ministro britannico David Cameron, che è tra i maestri assassini che sono arrivati a Parigi. Francia e Regno Unito fanno parte del tentativo della NATO di distruggere la Siria e trasformarla in una caotica rovina, come hanno fatto con la Libia.
I media determinano chi è e chi non è una degna vittima e le persone con la pelle scura raramente fanno l’eccezione. Le migliaia di palestinesi uccisi da Israele a Gaza includevano membri della stampa. Diciassette giornalisti sono stati uccisi a Gaza solo nel 2014, ma al presidente israeliano Netanyahu è stato permesso di unirsi alla “marcia dell’unità” a Parigi, come se anche lui fosse un innocente.
C’è abbastanza orrore nel mondo per provocare indignazione, ma il livello di indignazione sembra dipendere da chi viene trattato atrocemente e da chi sta compiendo le atrocità. I peggiori atti terroristici sono commessi da capi di stato che non uccidono 17 persone come questi attaccanti hanno fatto a Parigi, ma ne uccidono migliaia e sono ancora trattati con rispetto.
Per lo stato attuale di sviluppo dell’uomo non significa molto che omicidi commessi da singoli individui creano ancora molta più preoccupazione di quelli commessi dai governi. La fanno franca gli omicidi di massa, perché gli stessi mass media che saturano con coperture su Charlie Hebdo dicono poco o nulla su Gaza o la Libia o la Somalia o la Siria o l’Iraq o Haiti. Invece di sottolineare che anche Barack Obama è un killer, gli esperti lo criticano per non essere tra i bugiardi ipocriti che si sono riuniti a Parigi.
L’omicidio è sbagliato quando commesso da singoli uomini armati e con rancore, ed è ancora più sbagliato quando proviene da un drone. Una marcia di unità dovrebbe denunciare le violazioni dei diritti umani, di cui la guerra è la peggiore. La prossima volta che un milione si riuniranno per denunciare il terrorismo, la rabbia dovrebbe essere rivolta a quelle persone che ne sono responsablili per la gran parte.
Traduzione di H.F.L.