Funzionario israeliano rivela il vero obiettivo della costruzione del Parco nazionale

Al-Quds (Gerusalemme)-Ma’an– “Un funzionario dell’Autorità israeliana per l’ambiente ha rivelato che il vero obiettivo della costruzione del Parco nazionale, che sorgerà sui territori dei villaggi di at-Tur e al-Issawiya, è quello di ridurre la crescita demografica e l’espansione urbanistica dei palestinesi nei due villaggi”. Lo afferma oggi, lunedì 30 settembre, Mohammed Abu al-Humus, membro del comitato di sorveglianza del villaggio di al-Issawiya.

Stando a quanto rivelato dall’attivista palestinese, nel corso di un sopralluogo effettuato nella zona da alcuni funzionari dell’Autorità per l’ambiente, accompagnati da attivisti israeliani, sia di sinistra che estremisti, un addetto al progetto avrebbe confessato che i terreni in procinto di essere sequestrati a favore del parco non contengono alcun reperto israeliano. Avrebbe anche spiegato che il vero obiettivo è quello di non permettere ai palestinesi di costruire nella zona, vista la sua posizione strategica, e ridurre, in tal modo, la crescita della popolazione araba nella città di Gerusalemme.

Abu al-Humus ha quindi denunciato gli obiettivi “di natura razzista” che sottostanno al piano israeliano “volto a confiscare l’unica zona in cui la costruzione e l’espansione sono possibili”. Ha poi fatto notare che dal momento della presentazione del piano israeliano, nel 2009, il suo comitato ha messo in guardia le organizzazioni per i diritti umani dai suoi obiettivi reali.

Ha anche esortato l’occupazione a ratificare immediatamente la mappa strutturale dell’area, per la quale il centro israeliano, Bimkom, ha lavorato con gli abitanti palestinesi per sette anni, ma che il comune ha respinto tre anni fa a causa del piano dell’Autorità per l’ambiente.

Ha aggiunto che le autorità israeliane intendono attuare il progetto del Parco nazionale 11092 A, nelle aree di at-Tur e al-Issawiya, attraverso la confisca di 740 dunum di terreni palestinesi (1dunum=1000mq). Il piano in questione fu presentato nel luglio 2009 dal Comune di Gerusalemme e dal Comitato per lo sviluppo della città Santa ed approvato nel dicembre dello stesso anno per aver soddisfatto le condizioni preliminari. “Nel gennaio del 2010, la Commissione locale israeliana ha deciso di espandere il progetto a nord e a nord – ovest, mentre ad aprile dello stesso anno, il Comitato distrettuale per la pianificazione la costruzione accolse le obiezioni, presentate dai palestinesi, riguardanti 740 dunum confiscati e, fino ad oggi, il piano non è stato approvato in via definitiva”, ha aggiunto l’attivista palestinese.

Abu al-Humus ha infine rivelato che i villaggi di al-Issawiya e at-Tur hanno subito diverse ondate di sequestri sin dal 1967, perdendo più di 12 mila dunum a favore dell’insediamento di Ma’aleh Adumim, l’Università ebraica e l’ospedale di Hadassah, oltre ad alcuni terreni situati sul Monte Scopus e altri ad ovest e ad est di al-Issawiya, separati da Gerusalemme dal Muro di annessione.