Robert Serry, coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, ha affermato che la Striscia di Gaza sta affrontando “gravi insufficienze di carburante e materiali da costruzione, gli stessi materiali che prima venivano introdotti principalmente attraverso i tunnel, a causa delle severe restrizioni imposte sui valichi ufficiali e l’alto costo del carburante proveniente dalla Cisgiordania e Israele”.
La campagna lanciata dall’Egitto contro le gallerie sotterranee di contrabbando si è intensificata dopo il colpo di stato dell’esercito, che ha deposto Mursi all’inizio di questo mese.
Serry ha riferito che secondo le stime, l’80 per cento delle gallerie sotterranee non sono più utilizzabili.
Ha aggiunto: “Sebbene l’unico valico commerciale con Israele sia rimasto aperto, e nonostante l’incremento della quantità di beni in entrata dallo stesso, temiamo che le condizioni economiche e umanitarie, già difficili, di Gaza si possano deteriorare ulteriormente, se le vie d’accesso regolari non dovessero riaprirsi”.