Funzionario palestinese: la crisi energetica di Gaza è di natura “politica”

Gaza-Infopal. La crisi energetica nella Striscia di Gaza ha una natura “politica”, e può essere superata adottando soluzioni tattiche, che, tuttavia, necessitano di una situazione politica stabile per essere applicate. Lo afferma Jamal al-Dardasawi, responsabile delle relazioni pubbliche e con i media della Società di energia elettrica di Gaza. Egli ha anche aggiunto che tra le soluzioni disponibili, ci sarebbe l’importazione dell’energia dall’Egitto, o la sua generazione, con l’utilizzo del gas proveniente dal vicino paese arabo.

Nel corso di un’audizione organizzata dall’Istituto palestinese per la Comunicazione e lo Sviluppo, al-Dardasawi ha rivelato l’esistenza di piano per collegare Gaza al Progetto arabo di interconnessione energetica, che comprende otto paesi. Un’operazione che costerà 32 milioni dollari e necessita di due o tre anni per essere attuata, secondo il funzionario palestinese.

Il responsabile delle relazioni pubbliche ha sottolineato che la Striscia di Gaza dispone di soli 250 megawatt di energia elettrica, a fronte di un fabbisogno di 450, prevedendo “un’estate calda quest’anno”, in riferimento ad una probabile alta richiesta di energia elettrica a Gaza.

Ha aggiunto che nel 2011, nella Striscia di Gaza, il numero degli utenti con un contratto di fornitura elettrica ammontava a 100 mila, ribadendo che quella di Gaza è una compagnia nazionale, semi-pubblica, che gode di un bilancio economico indipendente.

Al-Dardasawi ha riferito che la sua società ha ottenuto un contributo dall’Unione europea e dalla Banca islamica per lo sviluppo, per riabilitare la rete distributiva, ridurre la dispersione e sviluppare le proprie capacità per migliorare il servizio offerto.

Ha dichiarato: “Prima dell’occupazione, la centrale elettrica di Gaza consisteva di semplici linee per la distribuzione, non si trattava di una vera e propria centrale”. Ha quindi sottolineato che la crisi è peggiorata con l’arrivo dell’Autorità palestinese (Anp), la crescita urbanistica e demografica e le naturali evoluzioni sociali.

Ha poi osservato che “impedire la nascita di una centrale elettrica a Gaza fu una prerogativa israeliana, in quanto tale struttura rappresenta un segno di sovranità”.

Il responsabile delle relazioni pubbliche e con i media ha concluso affermando che la sua società prosegue la propria campagna di sensibilizzazione, atta ad educare i cittadini sulla necessità di razionalizzare il consumo di energia elettrica.