Gang di adolescenti israeliani aggredisce giovane palestinese: “Che muoia, è un Arabo”

Tel Aviv – Ma’an. Uno dei sospettati arrestati dalla polizia israeliana in relazione all’attacco contro un gruppo di palestinesi, avvenuto nel fine settimana, ha dichiarato lunedì 20 agosto che non si preoccupa se la vittima muore perché si tratta di un Arabo. E’ quanto ha riportato il quotidiano israeliano Haaretz.

Il sospettato, un quindicenne, ha rilasciato il commento all’arrivo davanti alla Pretura di Gerusalemme, lunedì 20 agosto, dove ha ammesso di aver picchiato Jamal Julani, che è stato ricoverato a seguito dell’aggressione.

Per quel che me ne importa, che muoia. E’ un Arabo“, ha riferito Haaretz riportando le parole del sospetto.

Julani, di Ras al-Amud a Gerusalemme, resta in gravi condizioni all’ospedale Hadassah: si è risvegliato dal coma ma non ricorda nulla dell’assalto, ha riportato Haaretz.

Haaretz ha affermato che l’attacco è stato presumibilmente perpetrato da una decina di adolescenti ebrei, che, secondo testimoni oculari, stavano vagando nell’area alla “ricerca” di Arabi da picchiare.

Sette persone, tra cui due ragazze, in età compresa tra i 13 e i 19, sono stati arrestati in relazione all’attacco.

“C’erano quattro di noi”, ha dichiarato sabato uno dei cugini, Mohammed Mujahad, in base a quanto ha riferito Haaretz. “Stavamo camminando e improvvisamente circa 50 ebrei si sono diretti verso di noi urlando ‘Arabi, Arabi’. Non capivo cosa dicevano. Non ci stavano chiamando. Stavano urlando e basta”.

“Improvvisamente uno di loro ha detto a Jamal, ‘Che stai facendo, figlio di puttana?’ Jamal ha cercato di scappare, ma l’aggressore lo ha colpito al petto e lui è caduto sbattendo la testa per terra”.

In Pretura, un rappresentante della polizia ha descritto l’attacco come un linciaggio, dicendo che “soltanto un miracolo ha salvato Jamal dalla morte”, secondo quanto ha riferito Haaretz.

Egli ha dichiarato al pretore che centinaia di persone stavano a guardare senza aiutare la vittima.