Gaza alla fame, Israele: ‘Non hanno bisogno di andare a pescare’.

Di Vittorio Arrigoni da Gaza

"Non hanno bisogno di andare a pescare"
da David Schermerhorn, con cui sono uscito quel giorno in mare, e dal Free Gaza Movement:

Larnaca. Quando i membri del Free Gaza Movement attraccarono al porto di Gaza in Agosto furono scortati da diversi pescherecci. Le navi da guerra israeliane costringono queste imbarcazioni da pesca a restare confinati entro un limite (imposto da Israele) di 6 miglia dalla costa. Anche se le leggi internazionali sanciscono il diritto di pesca in qualunque parte del Mediterraneo a 12-20 miglia di distanza dalle coste, Israele ignora puntualmente queste direttive e negli ultimi anni, per questo motivo, ha ucciso almeno 14 pescatori.

"Tutto quello che abbiamo sempre e solo voluto fare era pescare" ci ha detto uno di loro guardando le reti. "Non ci è più permesso sfamare le nostre famiglie o guadagnare il nostro stipendio continuando a fare quello che i nostri antenati hanno fatto per migliaia di anni".

Durante gli ultimi due mesi gli attivisti internazionali hanno documentato, grazie a riprese video, diversi attacchi da parte delle navi israeliane con mitragliatrici o cannoni ad acqua. Il 31 ottobre, verso le 8 del mattino, dieci attivisti internazionali si sono imbarcati  sui pescherecci. Alle 8.30 le due barche guida hanno oltrepassato il limite imposto da Israele. "La seconda barca si trovava a un centinaio di metri da noi quando è stata attaccata pesantemente per circa 30 minuti da una nave israeliana con un cannone ad acqua ad alta pressione. Il getto era talmente potente da impedire perfino di vedere la nave" testimonia David Schermerhorn.

Durante la giornata, mentre i pescatori continuavano a pescare, le barche sono state colpite così pesantemente dai cannoni ad acqua che solo l’utilizzo di protezioni di fortuna e di materassi hanno evitato che il ponte si allagasse e che le finestre si rompessero rischiando di ferire le persone a bordo. Dopo pochi minuti la nave israeliana con il cannone ad acqua è stata raggiunta da un’altra nave da guerra con delle mitragliatrici a bordo che ha cominciato a sparare ripetutamente a pochi metri dal peschereccio. Nonostante gli spari continui, i cannoni ad acqua e la presenza di tre navi da guerra che li circondavano come squali, i pescatori sono rimasti a pescare ad una distanza di 10-11 miglia dalla costa.

Quando Angela Godfrey-Goldstein ha telefonato a Shlomo Dror, portavoce del Ministro della Difesa israeliano per informarlo di quanto stava accadendo, lui ha risposto accusando gli attivisti per i diritti umani di essere dei provocatori fiancheggiatori dei terroristi e dei sostenitori di Hamas. "La gente a Gaza ha tantissimo cibo. Non hanno bisogno di andare a pescare" ha ringhiato.

"Quando il Ministro della Difesa saprà che il prossimo viaggio porterà a Gaza una delegazione di parlamentari europei, forse comincerà a rendersi conto. Mediamente i cittadini di tutto il mondo, compresi quelli che ricoprono ruoli decisionali, sono furiosi, ovviamente in modo non violento, di fronte alla punizione collettiva e allo stato di terrorismo imposto dal governo israeliano alla popolazione di Gaza. E noi stiamo restituendo dignità a tutti quegli esseri umani abbandonati così come avremmo voluto fare in passato con altri in altri ghetti" dice Godfrey-Goldstein.

"Prima di venire a Gaza avevo solo sentito parlare di questi episodi. Non so da dove cominciare per spiegarvi l’orrore che questi uomini devono affrontare ogni giorno da parte di soldati prepotenti sulle loro navi da guerra," aggiunge un indignato Schermerhorn. "Non abbiamo nemmeno idea dei rischi che corrono. La buona notizia è che i pescatori erano in estasi quando hanno tirato su le reti. E’ stata una delle pesche più ricche degli ultimi anni".

Vittorio Arrigoni
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