Gaza, aumenta di oltre 7000 tonnellate la produzione di uva

Gaza-Quds Press. Lunedì 25, un funzionario palestinese ha annunciato che la produzione di uva quest’anno, nella Striscia di Gaza, aumenterà di oltre 7.000 tonnellate, essendo questa una delle migliori stagioni agricole degli ultimi anni.

Un portavoce del ministero dell’Agricoltura palestinese, Adham al-Bassiouni, ha dichiarato a Quds Press: “Il raccolto di uva di quest’anno, come altri raccolti di frutta, sta generando una produzione abbondante”.

Al-Bassiouni ha aggiunto: “Le aree coltivate a uva, con o senza seme, hanno sperimentato delle condizioni climatiche ottime per il ciclo di maturazione, cosicché la coltivazione è andate più che bene”.

Ha spiegato che “la stagione dell’uva senza semi è finita, e ora inizia la stagione dell’uva con seme, che proseguirà fino alla fine del prossimo settembre.

“Abbiamo circa 5 ettari produttivi per coltivare uva con seme, e altri che non sono ancora messi a coltura, ma entreranno nella filiera produttiva nei prossimi anni.

“Queste aree sono al massimo della loro rendita, il prodotto è ora disponibile sul mercato e prevediamo che la produzione di quest’anno supererà le 7.000 tonnellate di uva con seme. Tutta questa quantità sarà disponibile per il mercato e l’economia di Gaza”.

Il ministero dell’Agricoltura di Gaza ha ribadito che non consentirà l’importazione di alcun frutto dello stesso tipo “finché il prodotto locale sarà disponibile sul mercato”.

Ha sottolineato che “al fine di valorizzare la produzione palestinese, solo quando terminerà l’intera quantità di prodotto locale a Gaza, si potrà pensare se consentire l’importazione di ulteriori quantità di frutta dall’esterno della Striscia di Gaza”.

Il portavoce dell’agricoltura ha dichiarato inoltre: “Per il loro buon gusto, le uve con seme a Gaza fanno crescere la domanda dei consumatori, che la richiedono sempre di più”.

Ha aggiunto che “la stagione dell’uva nella Striscia di Gaza è di grande interesse per il ministero dell’Agricoltura, in particolare per la riabilitazione di vaste aree coltivabili per questo prodotto, che sono state distrutte dall’occupazione.

“La questione del risanamento delle terre da vite distrutte dall’occupazione all’inizio dell’attuale secolo, richiede dei costi elevati, nonostante ciò il ministero sostiene questo tema, e ha dato il suo contributo per la coltivazione di molte aree, in collaborazione con varie istituzioni operanti nel settore agricolo”.

Alaa Hassan è un agricoltore ottimista sulla stagione dell’uva di quest’anno, proprio per questo ha impiegato molta manodopera e ha coinvolto molti commercianti.

Ha spiegato a Quds Press che “il lavoro nella stagione dell’uva inizia a febbraio preparando, potando e concimando gli arbusti, al fine di portare i raccolti al massimo”.

Ha sottolineato che “l’uva ha bisogno di cure molto precise e di un’attenzione costante per portarla ad avere un buon raccolto, combattendo parassiti e malattie”.

Ha detto inoltre che “il primo vantaggio di questa stagione è stato raccogliere le foglie di vite, o come sono chiamate in gergo, “vene varicose”, e venderle ai mercati per fare il Mahashi (piatto tipico arabo)”.

Ha sottolineato anche che “dopo la metà di luglio, iniziamo a raccogliere l’uva e a venderla fino alla fine di settembre”.

Traduzione per InfoPal di G.B.