I prigionieri e l’informazione. Haniyah è intervenuto davanti ai giornalisti, spronandoli a scrivere dei propri connazionali in sciopero della fame, e personalmente si è fatto garante di più ampie libertà di stampa e d’espressione, a condizione di una copertura degli eventi rispettosa della tradizione e, in generale, della nazione palestinese.
Il primo ministro di Gaza si è rivolto a tutti i palestinesi, in patria e in diaspora, chiedendo loro di dimostrare fermezza al fianco dei prigionieri: “La loro liberazione sarà la libertà di tutto il popolo palestinese”.
“Noi sosteniamo la democrazia”: è stato un altro aspetto sul quale si è pronunciato Haniyah con riferimento alle elezioni politiche, parlamentari e studentesche, esprimendo la speranza che le elezioni svoltesi a Gaza possano realizzarsi in tutta la nazione palestinese.
A quanti sono usciti vincenti dalle elezioni, Haniyah ha chiesto coerenza e professionalità.
Non è mancato un ricordo ai professionisti dell’informazione caduti in Palestina sotto l’occupazione israeliana, “perché erano mezzi potenti e molto temuti dall’occupante israeliano”.
Nel corso della cerimonia, sono stati consegnati premi per la stampa nazionale, regionale e internazionale, mentre all’Associazione è andato un riconoscimento speciale.
“Il sindacato dei giornalisti torna ad essere sovrano”. Il segretario generale Ayman Dallul si è detto sollevato per la libertà riacquistata dalla categoria per mezzo di procedure democratiche, e ha promesso una riorganizzazione del lavoro.
Presso il centro culturale Rashad Shawa, a Gaza City, Dallul si è impegnato a fare il massimo degli sforzi perché anche la categoria in Cisgiordania possa vivere le elezioni e il rinnovo ottenuti a Gaza, fino alla formazione di un sindacato di categoria unico tra le due aree territoriali palestinesi.