Gaza, Fatah e Hamas uniti per commemorare la Nakba

Gaza – Ma’an. Oggi, il 15 maggio 2013, si commemora il 65° anniversario della Nakba del 1948, le cui conseguenze tragiche, di morte e sfollamenti di massa, sono tuttora vivide nella memoria del popolo palestinese.

Nella Striscia di Gaza sono previste diverse manifestazioni di massa con la partecipazione di tutte le fazioni palestinesi, Fatah e Hamas comprese, per ribadire l’attaccamento di tutto il popolo al diritto di ritorno.

Le marce partiranno dalla tomba del Milite Ignoto, nel centro di Gaza, dirigendosi successivamente verso il quartier generale dell’Onu, per sottolineare la responsabilità della comunità internazionale nei confronti dei rifugiati.

Anche il Consiglio legislativo palestinese dedicherà una seduta speciale, che si terrà nella sua sede di Gaza, per commemorare l’anniversario della Nakba e sottolineare il rifiuto di qualsiasi soluzione che non garantisce il ritorno dei profughi.

Dal canto suo, il movimento di Fatah ha ribadito il suo attaccamento alle costanti nazionali palestinesi, soprattutto al diritto naturale, legale e sacrosanto dei profughi di ritornare nella propria patria.

In un comunicato stampa, Fatah ha esortato la comunità internazionale con tutti i paesi e le istituzioni, e in particolare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ad assumersi le proprie responsabilità ed impegnarsi per fare giustizia al popolo palestinese e rimuovere il torto storico che grava su di esso. Ha inoltre chiesto di premere sul governo israeliano per costringerlo ad attuare le risoluzioni Onu riguardanti la causa palestinese, la 194° in primis, e consentire al popolo palestinese di vivere serenamente ed accedere ai propri legittimi diritti nazionali, quali l’autodeterminazione, la piena indipendenza nazionale e il diritto di ritornare nella propria patria e vivere in uno stato indipendente, fianco a fianco e in pace e sicurezza con i popoli e i paesi della regione e del mondo.

Hamas ha invitato le istituzioni internazionali ad assumersi le proprie storiche responsabilità, nel proteggere i territori palestinesi e adottare iniziative concrete che mettano a freno l’occupazione, impedendola di continuare i propri crimini contro le terre e i luoghi santi.

In un comunicato stampa, il movimento di resistenza islamico ha dichiarato che “quello di tornare nelle proprie città e villaggi sfollati è un diritto non trasferibile né suscettibile di prescrizione”. Ha anche ribadito il proprio diritto di esercitare tutte le forme di resistenza per ottenere i diritti del popolo palestinese, difenderlo e raggiungere la piena liberazione dei suoi territori.

Hamas ha anche sottolineato la necessità di lavorare per raggiungere l’unità nazionale, definita una scelta strategica per unire i palestinesi di fronte all’occupazione.