Alle 16 ora locale di domenica 18 novembre, il bilancio dei morti di domenica è salito a 10, tra cui 4 bambini.
Un missile israeliano ha distrutto una casa nel quartiere di Sheikh Radwan, nella città di Gaza, uccidendo Samah e Salifa al-Dalou, e provocando 10 feriti.
Un altro attacco aereo ha mandato in macerie una casa del quartiere di al-Shuja’iya, sempre a Gaza, uccidendo Sa’adiya al-Theib e ferendo sei persone.
A al-Tufah, nel nord di Gaza, una donna, Nawal Abed al-Ali, di 52 anni, è rimasta uccisa sotto le macerie della sua casa.
Un bombardamento contro il quartiere Shaboura, a Rafah, nel sud della Striscia, ha ucciso Muhammad Abu Naqira.
Un raid aereo contro il campo profughi di al-Shati, a Gaza, ha ucciso Ahmad Nahhal, 27 anni, e Tasneem Nahhal, 9. Altri 8 sono rimasti feriti.
Nella mattina, un attacco aereo contro il campo profughi di al-Bureij, nella Striscia centrale, ha ucciso un bimbo di 18 mesi, Eyad Abu Khousa, e ne ha ferito il fratello.
Poche ore prima, altri due bambini sono stati uccisi dalla furia omicida e impunita dello stato sionista: Tamer Abu Asaifan e Jumana Abu Asaifan, di appena un anno. Nell’attacco contro due abitazioni, nel nord della Striscia, dove si trovavano i due bimbi, sono rimaste ferite 12 persone.
I bombardamenti sono continuati anche nella notte, con oltre 70 “obiettivi” presi di mira, nonostante la resistenza si fosse astenuta dal lanciare razzi verso i territori israeliani.
Le navi da guerra israeliane hanno bombardato le aree costiere della città di Gaza e della Striscia centrale.
Il bilancio dei massacri in corso, e iniziati mercoledì, è di oltre 50 morti e quasi 400 feriti.