Gaza pagherà il prezzo dell’alleanza tra Grecia, Cipro e Israele?

Memo. Saleh Al-Naami. Il summit greco-cipriota-israeliano tenutosi a Nicosia è un altro esempio di come le previsioni di Tel Aviv sulle scoperte di gas nelle coste orientali del Mediterraneo sono rese pubbliche. Tel Aviv ha previsto che le sue scoperte di enormi giacimenti di gas in quelle che ritiene essere le proprie «acque economiche» rafforzerà la sua posizione geostrategica e il suo status regionale. Prevede inoltre che ciò permetterà a Israele di approfondire il proprio partenariato strategico con i paesi arabi dell’«asse moderato».
Cipro e la Grecia hanno deciso, in occasione del summit, di commercializzare il gas israeliano in Europa trasportandolo attraverso un grande gasdotto che collegherà i giacimenti israeliani alla Grecia. Dalla Grecia esso raggiungerà i paesi interessati all’importazione.
Secondo rapporti dei mezzi d’informazione, il costo per provvedere al gasdotto, i cui lavori inizieranno presto, si aggirerà attorno ai 6 miliardi di dollari.
Ulteriori segnali della decisa collaborazione fra i tre paesi vengono dati dall’accordo raggiunto al fine di collegare le reti elettriche di Grecia, Cipro e Israele, che permetterà di poter contare su una rete elettrica congiunta.
Il summit trilaterale e lo storico accordo raggiunto seguono gli incontri bilaterali occorsi tra Netanyahu, Nicos Anastasiades e Alexis Tsipras a Tel Aviv, Nicosia e Atene.
Nonostante il fatto che il summit si sia tenuto a Nicosia, è risultato chiaro che Tsipras, il quale rappresenta la sinistra radicale in Grecia, è stato il più entusiasta a rafforzare le relazioni con Israele, essendosi recato a Tel Aviv due volte in meno di due mesi.
Alcuni commentatori israeliani ritengono che Netanyahu userà l’accordo trilaterale per fare pressioni alla Turchia, affinché siano riviste le condizioni per ritornare a una normalizzazione delle relazioni con Tel Aviv, soprattutto considerando i termini delle condizioni per l’esportazione del gas israeliano attraverso la Turchia.
Arad Nir, commentatore dell’israeliano Channel 2, ritiene che Netanyahu chiederà a Erdogan di poter agire senza intromissioni della Turchia, dal momento che l’atmosfera generale per Tel Aviv è decisamente migliore dell’atmosfera internazionale riguardo Ankara.
Il professor Arye Mekel, ricercatore di spicco presso l’Università Bar-Ilan, ed ex-ambasciatore in Grecia, osserva che le ostilità verso la Turchia sono il denominatore comune tra i paesi coinvolti.
Secondo Mekel Israele sarebbe ricorso alla strategia di far intendere a Cipro e Grecia che le relazioni israeliane con Ankara sarebbero migliorate a loro spese, per convincere ciprioti e greci a rafforzare la cooperazione strategica con Israele.
E’ evidente che Israele ha sfruttato il fatto che i circoli decisionali greco-ciprioti, e le loro élite politiche, vedono la Turchia come il loro nemico principale a loro favore.
Il fatto che la rappresentanza greca in Europa abbia guidato l’opposizione contro il proposito di etichettare le merci prodotte negli insediamenti ebraici in Cisgiordania, se esportati in Europa, indica che le previsioni israeliane nelle sue relazioni con la Grecia sono state raggiunte.
Vale la pena osservare che il ministro israeliano della difesa si è incontrato ad Atene a inizio febbraio con il suo omologo greco, Panos Kammenos, e che nei giorni successivi i governi di Grecia e Israele si sono riuniti nella Gerusalemme occupata, sotto la leadership di Netanyahu e Tsipras.
La nuova alleanza regionale comprende inoltre paesi che non hanno partecipato agli incontri, tra i quali l’Egitto. E’ importante osservare che i summit tra Egitto, Cipro e la Grecia tenutisi negli ultimi due anni, sono collegati a quelli più recenti ai quali ha partecipato Israele.
E’ chiaro che Israele, con la formazione di questa alleanza a quattro, intende isolare economicamente e politicamente la Turchia.
La domanda che sorge è la seguente: la Striscia di Gaza pagherà ancora una volta il prezzo degli accordi regionali? L’alleanza a quattro ha considerato la possibilità di far cessare l’assedio sulla Striscia di Gaza una volta per tutte?
E’ difficile rispondere a queste domande, poiché sono in molti all’interno dell’élite israeliana a ritenere che la sospensione dell’assedio su Gaza sia nell’interesse di Israele, in quanto ridurrebbe le possibilità di nuovi conflitti.