Gennaio-giugno 2010: pubblicato il rapporto sulle violazioni israeliane al diritto allo studio dei palestinesi

Nablus – Pal-Info. Ieri, 11 luglio, un'organizzazione internazionale per i diritti umani ha rilasciato un rapporto contenente la casistica delle violazioni israeliane contro il diritto all'istruzione del popolo palestinese nella prima metà del 2010.

L'ingerenza negli affari interni palestinesi

Israele sostiene di voler 'scongiurare la presenza di contenuti d'incitamento all'odio' nei programmi scolastici palestinesi. La realtà suggerisce piuttosto la presunzione israeliana di dover monitorare,  controllare e cancellare la memoria del popolo palestinese.

L'occupazione si sposta pertanto dalla terra alla memoria del popolo palestinese. 

Impedimenti materiali al proseguimento degli studi

Le autorità israeliane vietano – senza fissare alcun termine – il permesso, quindi il diritto, degli studenti della Striscia di Gaza di recarsi all'estero per studiare in università straniere.

Accade spesso che studenti universitari palestinesi non riescano a raggiungere la destinazione e perdano il diritto di usufruire di borse di studio.

In Cisgiordania, il Muro dell'apartheid impedisce fisicamente agli studenti palestinesi di esercitare il proprio diritto allo studio.

Oltre al muro, i checkpoint sono teatro di molestie, pestaggi e arresti quotidiani ai danni di studenti e personale della scuola palestinesi.

Nell'ultima aggressione israeliana contro Gaza, circa 67 edifici, in gran parte scuole, università ed enti educativi sono stati distrutti dai bombardamenti israeliani. Tra questi, l'Università Islamica fu seriamente compromessa.

 

Segue un elenco degli attacchi deliberati da parte di soldati e coloni israeliani contro personale e istituzioni dell'istruzione da gennaio a giugno 2010:

–       Nablus: la scuola femminile al-Hajj Ma'zuz al-Masri è stata attaccata e danneggiata dal vandalismo dei coloni;

–       Numerosi casi di umiliazioni si registrano presso il checkpoint di Qalqiliya. Studenti e professori vengono fermati, ispezionati e, talvolta, sottoposti a scanner. Si registrano ritardi ed assenze causati da pratiche e comportamenti dei militari israeliani;

–       Al-Quds (Gerusalemme): le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione nella scuola secondaria “al-Aqsa” e in un'altra sciaraitica [dove s'insegna la Shari'a, ovvero la “legge religiosa”, ndr] nei pressi dell'omonima moschea. Studenti e professori sono rimasti ostaggio dei soldati che avevano ricevuto l'ordine di impedire ai ragazzi di raggiungere il cortile dell'Haram ash-Sharif;

–       Un autobus con 55 studenti palestinesi a bordo, tutti allievi della scuola Ibn Khaldoun di Beit Hanine (al-Quds/Gerusalemme), è stato preso d'assalto da un gruppo di coloni con la complicità dei soldati di stanza al posto di blocco;

–       Una scuola ad ovest di Ramallah, quella di Tira, è stata trasformata in una grande prigione. I soldati hanno fatto irruzione, hanno devastato alcune attrezzature scolastiche aggredendo fisicamente studenti e insegnanti.

La responsabilità giuridica di Israele si estende anche a questo settore. L'educazione e il percorso di studio – individuale e collettivo – sono altre componenti determinanti per la riuscita del piano di repressione e 'pulizia etnica' della Palestina che Israele ha in serbo.

Attraverso ingerenze e forme di controllo del genere, Israele tenta, a lungo termine, d'indebolire l'identità nazionale palestinese.

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