
Gaza-InfoPal. I Palestinesi sono un popolo coraggioso, resistente e resiliente, e lo dimostrano al mondo intero, trasformandosi, nel corso degli anni, in modello di lotta contro la barbarie coloniale occidentale che da centinaia di anni invade, occupa, distrugge e uccide, alternando un colonialismo di insediamento che agisce attraverso pulizia etnica, genocidio e eliminazione dei nativi per sostituirli con lo popolazioni esterne a un colonialismo classico, che sottrae le risorse, massacra ma non ripulisce etnicamente.
Il genocido e il dislocamento fanno parte della drammatica Storia dei nativi dell’intero continente americano, sterminati dai coloni anglosassoni, portoghesi e spagnoli, relegati in riserva, e dei Palestinesi, vittime del sionismo anglosassone protestante ed ebraico, vittime di genocidio e di spostamento in massa.

I Palestinesi, un popolo radicato.
Dopo 15 mesi di pulizia etnica e genocidio a Gaza e in Cisgiordania, e loro sono ancora lì, determinati e attaccati alla propria terra, come radici inestraibili.

Gaza, il disastro.
L’ufficio stampa governativo di Gaza (GMO) ha dichiarato la Striscia zona di disastro umanitario, con gravi carenze di beni essenziali dopo 471 giorni di genocidio da parte dell’occupazione israeliana. Il bilancio delle vittime e dei feriti è scioccante, ma ancora mancano all’appello migliaia di scomparsi, sepolti sotto le macerie, dissolti da armi di distruzione di massa e rapiti dalle forze di occupazione.

Resilienza e speranza.
Con risorse limitate e una resilienza incrollabile, la gente di Gaza sta ricostruendo ciò che è stato distrutto dall’occupazione israeliana. Nonostante le immense difficoltà, continuano a ricostruire le loro case e comunità. Il loro spirito rimane intatto, riflettendo la loro forza e unità. Gli uomini e le donne di Gaza ricostruiscono, non solo le strutture, ma la speranza.
C’è una differenza abissale tra i coloni israeliani, la cui patria non è mai stata la Palestina storica e i Palestinesi: i primi scappano in massa e fanno ritorno nei loro veri Paesi, in Occidente, o rimangono asserragliati negli alberghi. I secondi ritornano nelle loro case anche se distrutte.
