Gerusalemme, a centinaia marciano in sostegno del prigioniero Adnan

Khader-Adnan-616x357Gerusalemme. Venerdì, centinaia di Palestinesi hanno marciato attraverso il complesso di al-Aqsa a sostegno del prigioniero amministrativo Khader Adnan, al suo 53° giorno di sciopero della fame.

I manifestanti si sono diretti verso la Cupola della Roccia, cantando slogan e chiedendo l’immediato rilascio di Adnan, divenuto il simbolo dei detenuti amministrativi, senza accuse e senza processo, vittima dell’ingiustizia israeliana.

Adnan è stato rapito l’8 luglio 2014, e finora è stato mantenuto in detenzione amministrativa senza capi d’accusa o processo. È entrato in sciopero della fame, dopo che Israele ha rinnovato l’ordine per la sua prigione amministrativa.

Lo sciopero è una protesta contro la detenzione amministrativa, con la quale i detenuti sono trattenuti ad oltranza senza accuse o processi. Israele ha imprigionato migliaia di palestinesi durante gli anni con questo tipo di procedura, per periodi che vanno da alcuni mesi a diversi anni.

Il più alto numero di detenzioni amministrative è avvenuto durante la prima Intifada, nel 1989, quando ha raggiunto i 2000 prigionieri.

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Due anni fa, Adnan fece uno sciopero della fame di 66 giorni, anche lì protestando contro la sua detenzione amministrativa, che è finito solo quando Israele ha accettato di rilasciarlo.

La Società per i Prigionieri Palestinesi (PPS) ha affermato che Adnan soffre di un serio deterioramento della salute e sta rischiando la vita.

L’avvocato del PPS, Jawad Boulos, ha visitato il detenuto, lunedì mattina, ed è stato informato che Adnan ha sviluppato due nuove complicazioni: un giallore molto visibile negli occhi, che è un sintomo tipico di una disfunzione del fegato, in aggiunta ad un’urina molto più scura, che potrebbe indicare un grave problema o una disfunzione ai reni.

Boulos è stato informato che queste condizioni potrebbero essere seguite da ulteriore deterioramento e diventare irreversibile.

Il movimento del Jihad islamico, a cui Adnan è affiliato, ha dichiarato venerdì che se il prigioniero dovesse morire in carcere, il cessate-il-fuoco stipulato con Israele ad agosto del 2014, dopo 51 giorni di offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, sarebbe a rischio.