Gerusalemme, a giugno 4 morti e oltre 100 feriti

Gerusalemme-Quds Press. Di Fatma Abu Sbeitan. Nello scorso mese di giugno, 4 Palestinesi sono stati uccisi durante attacchi anti-occupazione contro i soldati israeliani a Gerusalemme e dintorni.
Una minorenne è stata arrestata per una presunta operazione di accoltellamento.
Tre giovani  -Adel Ankoush, Baraa Saleh e Osama Atta, provenienti da Abu Mashaal nel distretto di Ramallah – hanno eseguito una doppia operazione (accoltellamento e sparatoria) contro le forze di occupazione a Gerusalemme, in via Sultan Sulaiman. L’operazione ha portato alla morte di una soldatessa israeliana e dei tre ragazzi.
L’altra operazione è stata eseguita dal 23enne Bahaa Harbawy, il quale ha cercato di accoltellare alcuni soldati israeliani vicino al blocco militare a nord-est di Gerusalemme, per poi venire fucilato e ucciso.
La polizia israeliana ha anche sostenuto che una ragazza palestinese di 15 anni ha cercato di eseguire un’operazione di accoltellamento al blocco militare di Qalandiya, sempre al nord-est di Gerusalemme. Secondo la versione israeliana, la ragazza portava con sé un coltello ed è stata sottoposta a indagini.
Feriti: 8 israeliani e oltre 100 palestinesi
Giovani palestinesi hanno lanciato pietre e bottiglie molotov ai punti di contatto con le forze israeliane e i coloni a Gerusalemme e dintorni. Ciò ha causato 8 feriti tra soldati e coloni.
Nel frattempo, 100 ragazzi palestinesi sono rimasti feriti dagli spari delle forze israeliane, ustionati da spray al peperoncino o asfissiati dai gas lacrimogeni, contusi a causa delle percosse subite, specialmente nella Moschea al-Aqsa e a Betania e Abu Dis.
I punti di contatto con le forze israeliane sono stati 18, a Gerusalemme e dintorni: a Silwan, a Issawiya, nel campo di Shuafat, nel blocco militare del campo di Shuafat , a Betania,  a Abu Dis, a Sheikh Saada, a Ram, a Anata, a Hazma, nel blocco di Qalandiya, nella Città Vecchia, a Tur, alla Porta di Damasco, alla Porta di Erode, a al-Aqsa e in via Salah al-Din.
Arrestati 100 palestinesi tra cui diversi minorenni
Secondo quanto mostrato dalle statistiche, circa 100 giovani palestinesi sono stati arrestati a Gerusalemme e dintorni, tra cui alcuni per strada e altri attraverso l’invasione delle loro case, all’alba o durante il giorno.
Altri 400 palestinesi arrestati e allontanati da Gerusalemme a bordo di autobus israeliani e portati ai blocchi militari dopo l’operazione del monastero di Mashaal, con la scusa che non possiedono una dichiarazione legale di identità (sono in possesso di carte di identità palestinese).
Tra i detenuti ci sono circa 30 minorenni, una donna e un bambino di 12 anni.
Tra le aree di detenzione: al-Aqsa, la Città Vecchia, Porta di Damasco, Porta di Erode, Issawiya, Silwan, Tur, Monte Scopus, Abu Dis, Betania, Anata, il blocco di Qalandia, Hazma, Ram, il campo profughi Shuafat e Beit Hanina.
Violazioni a al-Aqsa 
Durante lo scorso giugno circa mille israeliani hanno fatto irruzione nella moschea di al-Aqsa, tra cui 223 studenti, 324 guide e 50 membri della polizia israeliana in abiti civili, i cosiddetti “ospiti della polizia”.
Durante l’ultimo periodo, la moschea al-Aqsa ha vissuto una grande tensione poiché la polizia israeliana ha cercato di far accedere alcuni coloni negli ultimi 10 giorni di Ramadan (metà giugno circa), imprigionando le persone che stavano pregando dentro un locale e chiudendolo con le catene di ferro.
Le forze israeliane hanno spruzzato spray al peperoncino contro i fedeli nella moschea, ustionandone una trentina, e hanno usato i proiettili di gomma, ferendone uno.
Sempre a giugno, le forze israeliane hanno imposto un allontanamento obbligatorio da al-Aqsa per un intero mese, oltre a una campagna di appelli e arresti che ha incluso alcuni guardiani della moschea e dei fedeli, tra cui alcuni stranieri musulmani.
A distanza di due giorni dalle irruzioni, diversi soldati israeliani, accompagnati dal capo della polizia, e coloni hanno organizzato marce di commemorazione per militari e coloni morti durante le operazioni dei combattenti palestinesi.
Inoltre, non sono mancate le preghiere dei coloni nei cortili e alle porte di al-Aqsa, sotto la protezione dei poliziotti israeliani e delle forze speciali. Si è trattato di azioni provocatorie nei confronti dei musulmani che entravano in moschea.
Durante il sacro mese di Ramadan, la polizia israeliana ha vietato ai ragazzi e ai giovani l’ingresso ad al-Aqsa, consentendolo soltanto ai più anziani e alle donne di tutte le età.
La polizia ha dislocato truppe armate a Gerusalemme e nella Città Vecchia, aggiungendo barriere di ferro e bloccando il traffico stradale e il passaggio degli autobus pubblici. Tutto ciò ha causato una terribile congestione.
Traduzione di Heba el-Roubeigy