Gerusalemme (Al Quds): Capitale della Palestina

A cura dei Giovani Palestinesi d’Italia. Gerusalemme (Al Quds): Capitale della Palestina
Gerusalemme è una delle città più antiche del mondo che risale al 5000 a.C., edificata dai Cananei, che le diedero il suo attuale nome. Dal 3000 a.C. fu abitata dagli arabi Gebusei che la nominarono “Città della Pace”.
Culla delle tre religioni monoteiste, Gerusalemme è oggi teatro di conflitti, causati dall’occupazione israeliana che viene compiuta a discapito delle popolazioni autoctone palestinesi.
Tutto comincia con l’invasione della città nel 1948, quando l’esercito israeliano occupò la parte occidentale della città, per poi arrivare al 1967 con l’invasione di Gerusalemme Est.
È stata proclamata nel 1980 Capitale “unica e indivisibile” da parte di Israele, ma il cui status non è riconosciuto dalla comunità internazionale.
Quello che rimarrebbe ai palestinesi dovrebbe essere Gerusalemme Est, la quale, però, è stata occupata a partire dal ’67, per più del 35%. Sono state anche imposte delle leggi che impediscono ai palestinesi di costruire strutture in 1/3 delle terre di Gerusalemme Est.
Israele ha sempre mirato, con le sue politiche, a separare la città dal resto della Cisgiordania, compiendo, quindi, un vero e proprio stupro dell’identità palestinese.
Queste politiche di separazione hanno portato  gravi conseguenze sociali ed economiche.
La costruzione del muro, alto 8 metri, che separa le due zone ha causato gravi problemi per la circolazione di persone, beni e capitali, provocando danni alla struttura sociale ed economica palestinese.
Sezioni di muro sono addirittura costruite su terre confiscate ai palestinesi quindi non interamente nella “linea verde”.
I palestinesi che abitano a Gerusalemme est hanno una cittadinanza propria (possiedono la carta d’identità “blu”) rispetto ai palestinesi residenti nel resto della Palestina.
I cittadini di Gerusalemme est pagano le tasse a governo israeliano e ciò dovrebbe, teoricamente, permettere loro di usufruire degli stessi servizi efficienti di Gerusalemme Ovest.
Uno studio condotto da Avishai Margalit, saggista israeliano, ci spiega le discrepanze nei servizi municipali tra Gerusalemme ovest ed est.
Per fare qualche numero, troviamo 634 strutture sportive ad ovest contro 41 ad est, 11.040 cassonetti dei rifiuti contro 655.
Dai ormai parecchi anni, i palestinesi fanno presente  che il comune di Gerusalemme non investe nelle infrastrutture di Gerusalemme est preferendo spendere soldi per Gerusalemme ovest.
Spostare le sedi istituzionali statunitensi da Tel Aviv a Gerusalemme vuol dire essere a favore e sostenere la politica repressiva e invasiva di Israele nei confronti della Palestina.
Il presidente statunitense Donald Trump vuole mantenere la promessa fatta in campagna elettorale e sposterà l’ambasciata americana da Tel aviv a Gerusalemme. Viene così riconosciuta ufficialmente come capitale di Israele.
Con questo annuncio, non si è, sicuramente, semplificato il conflitto israelo-palestinese e hanno complicato il processo di pacifica convivenza.
Nel 1995, il Congresso degli Stati Uniti aveva approvato il “Jerusalem Embassy Act”, la legge sull’ambasciata USA a Gerusalemme che invita il Paese a trasferire la sua sede diplomatica nella città santa. Per ragioni e interessi di sicurezza nazionale è sempre stata firmata una clausola che rinviava l’atto ogni 6 mesi.
“Nessun paese fino ad oggi ha spostato la sua sede diplomatica da Tel Aviv a Gerusalemme. Se ora Trump lo deciderà per gli Stati Uniti un equilibrio precario, magari anche ambiguo, ma durato cinquant’anni esatti si romperà per una scelta unilaterale”, dice Enrico Mentana, che preannuncia quelle che saranno le gravi  conseguenze che scaturiranno da questa scelta.
Papa Francesco lancia un appello: “Gerusalemme è una città unica, sacra per gli ebrei, i cristiani e i musulmani ed ha una vocazione speciale alla pace. Rispettate lo status quo”.
Giovani Palestinesi d’Italia