Gerusalemme, dibattito israeliano ribadisce la necessità di dividere al-Aqsa

Al-Quds (Gerusalemme) – Quds Press. In un dibattito pubblico tenuto a Gerusalemme, gli oratori israeliani hanno affermato all’unanimità il diritto degli ebrei di pregare nella moschea di al-Aqsa, mentre un rabbino di spicco ha suggerito di istituire una commissione speciale per studiare un metodo di spartizione spazio-temporale della moschea, tra musulmani ed ebrei, similmente a quanto accaduto nella moschea di Ibrahim, a Hebron.

Il dibattito, tenuto domenica 2 giugno e organizzato dall’Associazione israeliana, Ir Amim, in collaborazione con il Centro per la protezione della democrazia in Israele, Keshev, si è incentrato sull’aumento delle attività dei gruppi ebraici intorno al Monte del Tempio (moschea di al-Aqsa) e le conseguenze di ciò. Hanno partecipato alcuni ricercatori, analisti politici e giornalisti, oltre a Yehuda Glick, presidente della fondazione, Eredità del Tempio, e con la presenza di molti coloni.

Si è discusso della situazione nel Monte del Tempio e delle potenziali implicazioni politiche che potrebbero derivare dalla accelerazione degli eventi, soprattutto in virtù degli appelli lanciati da gruppi ebraici e alcuni politici israeliani per organizzare rituali religiosi all’interno di al-Aqsa.

Glick ha esposto il suo punto di vista, affermando che “la situazione nel Monte del Tempio è estremamente pericolosa, e necessita di un risveglio ebraico, al fine di rafforzare la presenza israeliana in essa”.

I vari interventi e le domande del pubblico hanno rivelato una pressoché unanimità sul diritto degli ebrei di pregare nella moschea di al-Aqsa, tra i vari segmenti della popolazione israeliana. Tuttavia, la maggior parte dei partecipanti hanno riconosciuto la pericolosità di profanare la moschea o tentare di apportare un cambiamento radicale in essa, uno di loro ha perfino dichiarato che “ciò potrebbe innescare una terza guerra mondiale”.

Commentando il dibattito, la Fondazione al-Aqsa per il patrimonio e i beni religiosi ha affermato che gli interventi e le discussioni dimostrano il grave pericolo in cui si trova la moschea. Ha aggiunto che l’occupazione israeliana avanza dei pretesti religiosi al fine di raggiungere obiettivi politici, e ciò “richiede la massima vigilanza e invoca un risveglio islamico e arabo per porre fine a tutte le cospirazioni contro la prima delle due qibla dell’Islam (la direzione verso la quale i musulmani pregano)”.