Gerusalemme, musulmani e cristiani uniti contro le aggressioni israeliane alla moschea di al-Aqsa.

 

Gerusalemme. Il Supremo Consiglio Islamico, quello dei Beni Religiosi (Awqâf) e degli Affari islamici, i capi delle Chiese e varie personalità cristiane e musulmane hanno lanciato un appello, lunedì scorso, contro le intenzioni israeliane di offrire, attraverso la politica del ‘fatto compiuto’, una parte della moschea al-Aqsa agli ebrei.

Nel corso di un incontro straordinario tenutosi nella città vecchia, i relatori hanno affermato che nuove azioni contro la moschea “faranno salire la rabbia del mondo musulmano, causando una crisi internazionale”.  

Questa è stata l’occasione per discutere anche della decisione israeliana d’impedire a molti sapienti, personalità e semplici fedeli di entrare nell’area della moschea al-Aqsa, e del divieto dell’adhân (l’appello alla preghiera) nelle moschee di Gerusalemme e dei territori occupati nel 1948.

In una dichiarazione congiunta emessa alla fine dell’incontro, i relatori hanno affermato che tali decisioni sono illegali e che non vanno perciò accettate. E hanno sottolineato l’importanza della moschea al-Aqsa per la religione dell’Islam, poiché essa appartiene ai musulmani.

Nella relazione finale si afferma inoltre che impedire ai fedeli musulmani l’accesso alla moschea è una violazione sia della libertà di culto che dei diritti umani. In essa si fa appello “ai governi di Giordania, Turchia ed Egitto, al re dell’Arabia Saudita, alla Lega Araba, all’Organizzazione della Conferenza Islamica, al segretario generale dell’ONU e a tutti coloro che desiderano pace e giustizia affinché intervengano con urgenza per fermare le arbitrarie misure israeliane contro la moschea al-Aqsa e i suoi fedeli”.

 

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